Inversione di rotta per Milano, che azzera i guadagni della mattinata e passa in territorio negativo. Intorno alle 15:20 il Ftse Mib scambia in ribasso dello 0,3%, sostanzialmente allineato al Dax di Francoforte (-0,2%) e al Cac 40 di Parigi (-0,2%) mentre il Ftse 100 di Londra è invariato e l’Ibex 35 di Madrid cede l’1,5 per cento.
Nel frattempo i futures sugli indici americani scambiano in lieve ribasso, preannunciando un avvio debole per Wall Street in scia ad alcune trimestrali deludenti e all’incertezza dopo il licenziamento del capo dell’Fbi James Comey.
In mattinata la Commissione Europea ha reso note le previsioni sulla crescita e sulla disoccupazione, che confermano lo scenario moderatamente positivo dipinto anche ieri dal presidente della Bce Mario Draghi. L’esecutivo Ue stima un +1,7% per quest’anno e un +1,8% per il 2018, con un tasso di disoccupazione in discesa al 9,4% nel 2017 e all’8,9% nel 2018.
Invariate invece le stime sulla crescita dell’Italia, unico Paese che nel 2017 segnerà un aumento inferiore all’1%, mentre sono state lievemente migliorate le prospettive sui conti pubblici. I rischi maggiori per lo scenario nazionale sono ancora l’incertezza politica e il lento risanamento del settore bancario.
Intanto il dollaro recupera terreno nei confronti dell’euro, con l’EUR/USD in area 1,086, mentre arretra nei confronti dello yen, con l’USD/JPY a 114. In calo la sterlina dopo i dati macro deludenti sulla produzione industriale e manifatturiera e il rapporto sull’inflazione da parte della Bank of England. Il cambio GBP/USD scende a 1,286 mentre l’EUR/GBP sale a 0,845.
A Piazza Affari pesano le vendite su GENERALI (-2,7%) che ha registrato un utile in calo nel primo trimestre e ha presentato i piani di espansione nell’asset management.
Sottotono anche STM (-2,4%), UNIPOLSAI (-2,2%), FCA (-2,4%) e MEDIASET (-2,3%), con quest’ultima che sconta i timori legati ad un possibile dietrofront di Vivendi in seguito allo stallo tra i transalpini e Telecom Italia in merito all’esame Antitrust Ue sul controllo francese nel Gruppo tlc italiano.
Resta in cima al listino UNICREDIT (+3,9%) seguita a distanza da MEDIOBANCA (+1%), dopo le trimestrali positive. In flessione BREMBO (-0,3%) nonostante i conti sopra le attese nei primi tre mesi del 2017.
In calo dell’1,5% UBI che ha rivisto il proprio piano industriale al 2020 alla luce delle sinergie di ricavo e di costo derivanti dall’integrazione delle tre Good Bank.
In lieve rialzo i petroliferi ENI (+0,1%), SAIPEM (+0,7%) e TENARIS (+0,4%), in scia al rafforzamento del greggio con il Brent a 50,8 dollari e il Wti a 47,9 dollari al barile.