Chiusura sottotono per le borse europee, penalizzate anche dall’andamento negativo di Wall Street con gli indici in calo di circa mezzo punto percentuale, penalizzati da alcune trimestrali deludenti e dalle tensioni legate al licenziamento del capo dell’Fbi James Comey. A Milano il Ftse Mib chiude in ribasso dello 0,3% a 21.482 punti, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-0,3%) e il Cac 40 di Parigi (-0,3%) mentre il Ftse 100 di Londra termina invariato e l’Ibex 35 di Madrid cede l’1,6 per cento.
In mattinata la Commissione Europea ha reso note le previsioni sulla crescita e sulla disoccupazione, che confermano lo scenario moderatamente positivo dipinto anche ieri dal presidente della Bce Mario Draghi. L’esecutivo Ue stima un +1,7% per quest’anno e un +1,8% per il 2018, con un tasso di disoccupazione in discesa al 9,4% nel 2017 e all’8,9% nel 2018.
Invariate invece le stime sulla crescita dell’Italia, unico Paese che nel 2017 segnerà un aumento inferiore all’1%, mentre sono state lievemente migliorate le prospettive sui conti pubblici. I rischi maggiori per lo scenario nazionale sono ancora l’incertezza politica e il lento risanamento del settore bancario.
Sul Forex l’euro recupera terreno sul dollaro, risalendo a 1,087 mentre lo yen si apprezza sia sul biglietto verde (113,8) che sulla moneta unica (123,7). In calo la sterlina dopo i dati macro deludenti sulla produzione industriale e manifatturiera e il rapporto sull’inflazione da parte della Bank of England. Il cambio GBP/USD scende a 1,288 mentre l’EUR/GBP sale a 0,844.
Tra le materie prime prosegue il recupero del petrolio, con Brent e Wti rispettivamente a 51 e 48,1 dollari al barile dopo il dato di ieri sulle scorte Usa migliore delle stime.
Sull’obbligazionario risalgono in particolare i rendimenti dei titoli di Stato italiano e spagnolo, in aumento di 4bp, con il Btp al 2,28 per cento. Lo spread con il Bund si allarga di 3 bp a 185 punti base.
A Piazza Affari brilla UNICREDIT (+3,7%) dopo i conti del trimestre. Acquisti anche su MEDIOBANCA (+1,3%), anch’essa reduce dai risultati periodici, e su LEONARDO (+2%).
In lieve rialzo i petroliferi in scia alla risalita dell’oro nero, con ENI e TENARIS in progresso di mezzo punto percentuale e SAIPEM a +0,2 per cento.
Chiudono in fondo al comparto YNAP (-3%) e GENERALI (-2,7%) che ha registrato un utile in calo nel primo trimestre e ha presentato i piani di espansione nell’asset management. Sottotono dopo i risultati anche UNIPOL (-2,7%) e UBI (-2,7%), con quest’ultima che ha rivisto il proprio piano industriale al 2020 alla luce delle sinergie di ricavo e di costo derivanti dall’integrazione delle tre Good Bank.
In calo del 2,4% MEDIASET che sconta i timori legati ad un possibile dietrofront di Vivendi in seguito allo stallo tra i transalpini e TELECOM ITALIA (-0,7%) in merito all’esame Antitrust Ue sul controllo francese nel Gruppo tlc italiano.
In flessione anche BREMBO (-2,1%) nonostante i conti sopra le attese nei primi tre mesi del 2017.