Primi tre mesi del 2017 positivi per Credem. Il core income ha visto un aumento del 9,8% supportato in particolare dall’andamento delle commissioni nette (+17,3% a/a). Nonostante gli investimenti indirizzati all’espansione commerciale abbiano pesato sui costi operativi (+5,6% a/a) il Gruppo ha chiuso con utile netto in rialzo del 5,2% a 49 milioni.
Credem ha chiuso il primo trimestre 2017 con un margine di intermediazione consolidato a 298,9 milioni, in aumento del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2016. Tale dinamica deriva essenzialmente dalla crescita del margine di interesse, aumentato del 3,6% a 131 milioni e delle commissioni nette, cresciute del 17,3% a 123,5 milioni.
Diversamente sono andati i profitti da trading (-46,7%) a 24,7 milioni, sui quali pesa la riduzione delle attività finanziarie a 17,4 milioni dai 47,4 dei primi tre mesi del 2016.
I costi operativi crescono del 5,6% a 198,2 milioni, per effetto delle maggiori spese commerciali sostenute nel periodo. Nello specifico, i costi del personale sono aumentati del 3,5% a 126,9 milioni, mentre gli altri costi operativi si sono attestati a 71,3 milioni (+9,7% a/a).
L’incremento dei costi ha comportato una riduzione dell’efficienza espressa dal cost/income, in rialzo al 64,4% dal 63% dei primi tre mesi del 2016.
L’impatto dei costi operativi ha assorbito l’aumento del margine di intermediazione, portando alla lieve riduzione del risultato lordo di gestione (-0,4% a/a) a 100,7 milioni.
In diminuzione anche il risultato netto di gestione a 71,2 milioni (-4,3% a/a), gravato dalle maggiori rettifiche su crediti a 11,2 milioni (+4,7% a/a) e dal peggioramento del saldo della gestione assicurativa a -18,4 milioni.
Aumenta invece l’utile netto di pertinenza del Gruppo, che si attesta a 49 milioni (+5,2% a/a) beneficiando anche del saldo della gestione straordinaria positivo per 0,2 milioni (nel 2016 erano stati contabilizzati oneri netti non ricorrenti per 4,3 milioni) e di un minore carico fiscale.
Sul fronte della solidità patrimoniale, il Cet1 consolidato risulta pari al 12,3%, superiore rispetto ai minimi normativi di circa 6 punti, mentre il Total Capital ratio è pari al 14,2 per cento.
I crediti deteriorati netti si sono attestati a 799 milioni, in linea con il dato di fine 2016. Invariato anche il livello delle sofferenze nette, pari all’1,5% degli impieghi.
La raccolta diretta si esprime in 20,6 miliardi (20,5 miliardi a fine 2016), mentre la raccolta indiretta è pari a 36,5 miliardi, in crescita del 4,3% rispetto ai 35 miliardi di fine anno.