Nel primo trimestre 2017 il gruppo Esprinet, attivo nella distribuzione “business-to-business” di informatica ed elettronica di consumo, ha consuntivato ricavi pari a 754,4 milioni, in crescita del 21,1% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. A parità di perimetro di consolidamento i ricavi netti consolidati aumentati dell’1 per cento.
Nel dettaglio, il giro d’affari della Sottogruppo Italia (66,3% dei ricavi consolidati) è aumentato del 7% su base annua ma escludendo l’effetto delle acquisizioni di EDSlan e Mosaico, avvenute nel corso del 2016, i ricavi avrebbero evidenziato una crescita intorno al 2 per cento.
Le vendite della Sottogruppo Iberica (33,7% dei ricavi di gruppo) hanno mostrato un incremento del 64% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, ma senza l’effetto delle acquisizioni di Vinzeo Tecnologies e V-Valley Iberian il dato avrebbe subito una flessione stimata del 2 per cento.
Variazione negativa per l’Ebitda, in contrazione su base tendenziale del 17,8% a 5,9 milioni, con un’incidenza sui ricavi diminuita dall’1,2 allo 0,8 per cento.
Sulla stessa scia l’Ebit, che si è ridotto del 23,8% a 4,8 milioni, con una riduzione del relativo margine sui ricavi allo 0,64% dall’1,01 per cento. A parità di perimetro di consolidamento l’utile operativo del primo trimestre si sarebbe attestato a 4 milioni (-35% a/a).
Il conto economico si è chiuso con un utile netto pari a 2,8 milioni, in diminuzione del 34,2% rispetto ai 4,2 milioni del pari periodo 2016.
La posizione finanziaria netta puntuale consolidata al 31 marzo 2017 è negativa per 117,3 milioni e si confronta con una liquidità netta pari a 105,4 milioni al 31 dicembre 2016. Il peggioramento della posizione finanziaria netta puntuale di fine periodo principalmente si riconnette all’andamento del livello del capitale circolante puntuale al 31 marzo 2017 che risulta influenzato sia da fattori tecnici, in gran parte estranei all’andamento dei livelli medi dello stesso circolante, sia dal grado di utilizzo più o meno elevato dei programmi di factoring “pro soluto” dei crediti commerciali nonché dall’operazione di cartolarizzazione degli stessi.
Il titolo, che aveva chiuso la seduta di venerdì 12 maggio a 7,43 euro, ha aperto oggi con un gap ribassista a 7,105 per poi sprofondare ulteriormente e toccare un minimo intraday di 6,84 euro. A poco più di mezz’ora dalla chiusura delle contrattazioni le quotazioni segnano un ribasso del 6,7% a 6,93 euro.