La prossima settimana metà delle 40 società che compongono il principale indice di piazza Affari staccheranno le cedole relative all’esercizio 2016. Tra queste è presente Intesa Sanpaolo che offre il più alto dividend yield, pari al 6,3%, tra le Big Cap italiane e il cui amministratore delegato ha recentemente confermato come priorità la remunerazione degli azionisti in maniera consistente e sostenibile. Superiore al 6% anche il rendimento offerto dai dividendi di Poste Italiane, che saranno staccati il 26 giugno e che proveranno a far dimenticare la performance borsistica non esaltante da inizio 2017. Al di fuori del settore finanziario, Eni ha garantito lo yield più alto, pari al 5,4%, nonostante l’ultimo esercizio sia stato chiuso in perdita.
Archiviati positivamente i risultati del primo trimestre del 2017 delle Big Cap di Piazza Affari, l’attenzione degli operatori è già rivolta a lunedì prossimo, giornata in cui è in programma la seconda e ben più consistente tornata dello stacco cedole relative agli ultimi bilanci approvati.
Il prossimo 22 maggio metà delle 40 società che compongono l’indice Ftse Mib distribuiranno i dividendi 2016 (l’intero ammontare oppure il saldo come nel caso di Atlantia e Tenaris), aggiungendosi alle 7 che hanno già remunerato i propri azionisti lo scorso 24 aprile a poche ore dalla vittoria di Emmanuel Macron al primo turno delle elezioni presidenziali francesi.
Bisognerà poi attendere il prossimo 19 giugno per l’ultima tornata di stacco cedole delle Big Cap del listino milanese (Exor, Poste Italiane e Terna con il saldo di 0,1339 euro) relative allo scorso esercizio, a cui seguirà la giornata del 26 giugno (STMicroelectronics che stacca un dividendo trimestrale) e del 24 luglio (Enel che staccherà 0,09 euro dopo avere già distribuito lo stesso ammontare il 23 gennaio).
Saltano il turno, invece, i soci di sette gruppi appartenenti al principale indice azionario italiano a causa di bilanci chiusi con una perdita a livello di ultima riga di conto economico (Banco Bpm, che però ha presentato un primo trimestre in forte ripresa, Mediaset, Saipem e Unicredit), oppure per la scelta dei rispettivi management d’indirizzare gli utili conseguiti nel 2016 allo sviluppo del business (Yoox Net-a-porter), ma anche alla riduzione del debito (Fiat Chrysler e Telecom Italia).
A livello di Ftse Mib complessivo, che da inizio anno ha registrato una performance del 12,2%, il rendimento offerto sulla base dei dividendi 2016 è pari al 2,9%, che è tra i più bassi in Europa (solo il Dax è inferiore con uno yield del 2,6%) a livelli di principali indici azionari, ma che rimane ben superiore al 2,2% del Btp a 10 anni. Da segnalare che all’interno del principale paniere equity italiano sono comunque presenti ben 13 titoli che alle quotazioni attuali garantiscono un dividend yield lordo superiore al 4%, di cui due (Intesa Sanpaolo e Poste Italiane) addirittura sopra il 6% lordo e ben cinque (UnipolSai, Generali, Banca Mediolanum, Eni e Azimut Holding) sopra il 5% lordo.
Nel dettaglio, la regina dei rendimenti sulla base dei dividendi 2016 è Intesa Sanpaolo. Ai corsi attuali, la cedola unitaria di 0,178 euro garantisce ai titolari delle azionari ordinarie emesse dall’istituto guidato da Carlo Messina uno yield lordo di circa 6,3% per un monte dividendi complessivo di circa tre miliardi. E lo stesso numero uno della banca milanese il 5 maggio, in occasione della presentazione dei conti del primo trimestre del 2017, ha confermato “come priorità la remunerazione degli azionisti in maniera consistente e sostenibile, con un programma di 10 miliardi nei quattro anni del piano in corso”, il che implica un monte dividendi di 3,4 miliardi in contanti per il 2017 considerando che nel triennio 2014-2016 sono stati già pagati 6,6 miliardi.
Alle spalle di Intesa Sanpaolo, il dividend yield più alto all’interno del Ftse Mib è offerto da Poste Italiane con il 6,1% lordo. In questo modo, il Gruppo guidato da qualche settimana da Matteo Del Fante prova a regalare qualche soddisfazione ai propri soci, in primo luogo il Ministero dell’Economia e delle Finanze che controlla quasi 64,7% del capitale, dato che sul fronte della performance borsistica da inizio 2017, i risultati finora conseguiti non sono certo esaltanti (+2,1%). I vertici di Poste Italiane in occasione della prima conference call con gli analisti hanno annunciato che il nuovo piano strategico sarà presentato alla fine dell’anno o, al più tardi, all’inizio del 2018.
Sul terzo gradino del podio della speciale graduatoria dei più alti rendimenti da dividendi 2016 tra le Big Cap di Piazza Affari si è posizionata UnipolSai, con uno yield del 5,8% lordo. I titoli del Gruppo presieduto da Carlo Cimbri, che da inizio anno hanno registrato un rialzo delle quotazioni del 6,7%, il prossimo 22 maggio staccheranno una cedola da 0,125 euro, inferiore del 16,7% rispetto a quella relativa all’esercizio 2015. Alla luce delle stime di consensus degli analisti per l’anno in corso, l’attuale remunerazione unitaria potrebbe rimanere invariata nel 2017.
Al di fuori del settore finanziario, il dividend yield più alto all’interno del Ftse Mib è offerto da Eni con il 5,4% lordo, nonostante lo scorso esercizio sia stato chiuso con una perdita netta di 1,46 miliardi. Il colosso petrolifero ha complessivamente pagato per il 2016 una cedola unitaria di 0,80 euro (in linea con quella del 2015), di cui il saldo, pari a 0,40 euro, il 24 aprile scorso mentre l’acconto era stato già staccato il 19 settembre del 2016.