La società di servizi petroliferi Baker Hughes ha pubblicato venerdì sera l’aggiornamento settimanale sul numero dei pozzi petroliferi attivi.
Il dato Baker Hughes evidenzia una aumento settimanale nel numero di impianti di trivellazione in Nord America (+6). Negli Stati Uniti però questi sono aumentati di 8 unità; la crescita è stata relativa al comparto oil, che registra +9 pozzi (-1 quelli per il gas), nelle trivellazioni orizzontali (+8) e nelle on-shore (+7). In decrescita il numero dei pozzi attivi in Canada (-2) e in lieve calo quelli del Golfo del Messico (+2).
A livello mensile invece ad aprile il Canada registra un calo delle attività (-145) e gli Usa un incremento (+64). In calo l’Europa (-3).
Il numero di rig oil&gas in Nord America dopo otto settimane in calo si è stabilizzato a 965 unità. Il calo del Canada è infatti stato controbilanciato dagli Usa che continuano ad incrementare il numero di nuovi impianti di trivellazioni all’opera.
Il dato baker hughes continua dunque a registrare un aumento delle operazioni di trivellazione in Usa, mentre continua in Canada il trend negativo. È plausibile infatti che in Canada i pozzi più economici siano in gran parte già attivi e per dare nuovo impulso all’attività di drilling sarebbero necessari ulteriori rialzi del petrolio. Negli Usa invece la produzione continua ad incrementare trainata soprattutto dalla produzione del bacino del Permian (vedi approfondimento: Oil&Gas – Il settore senza spinta soffre le dinamiche dell’oro nero).
Il titolo oggi è in miglioramento del 1,3% a 14,41 euro, sovraperformando il mercato dello 0,8 per cento.