Banche – Ecco quali sono andate meglio nei primi tre mesi

Nei primi tre mesi del 2017 Unicredit e Banco Popolare hanno evidenziato i migliori incrementi di redditività, anche se al vertice resta Banca Intesa. In generale quasi tutti i gruppi bancari registrano progressi con l’unica eccezione di Mps sul quale continuano a pesare i ritardi dell’assenso delle autorità europee alla ricapitalizzazione.

A pochi giorni dall’uscita dei risultati trimestrali, esaminiamo e raffrontiamo i conti delle prime cinque banche italiane, inclusa anche Mps, per vedere quali hanno registrato le migliori performance.

Nella tabella seguente sono riportati i conti economici di quattro delle maggiori banche italiane.

La prima posizione in termini di margine di intermediazione è saldamente detenuta da Unicredit con ricavi per 4.833 milioni, seguita da Banca Intesa, anch’essa sopra quota 4 miliardi, per la precisione con 4.209 milioni. In terza posizione, invece, Mps è stata scalzata dalla debuttante Banco Bpm, che si presenta alla sua prima trimestrale post fusione con ricavi superiori a un miliardo (1.213,1 milioni).

Montepaschi riesce a mantenere la quarta posizione con un margine di intermediazione di 933,2 milioni, nonostante la contrazione del 21,3% rispetto all’anno precedente, dovuta alla difficile situazione della banca in attesa del via libera delle autorità europee alla ricapitalizzazione con intervento dello Stato, per riportare la patrimonializzazione a livelli di equilibrio. Per queste ragioni non includeremo nei raffronti l’istituto senese, il cui andamento dei conti è influenzato dal periodo di transizione che sta vivendo la banca. In quinta posizione troviamo Ubi, con ricavi per 801,6 milioni.

Quanto all’incremento del margine di intermediazione, la classifica è guidata da Unicredit con un +3,4%, seguito da Ubi +3%, Banco Bpm +2,8% e Intesa +0,8%. Tutti in crescita.

Dando un’occhiata un po’ più nel dettaglio alle componenti dei ricavi si nota come il margine di interesse sia stato debole per tutte e quattro, con un calo di Ubi (-11% un po’ superiore a quello delle concorrenti), mentre Banco Bpm ha tenuto meglio (-0,4%). Ottima la crescita delle commissioni con Banco Bpm in prima fila con un incremento del 16,9%, seguito da Banca Intesa con il +10%, Unicredit con +5% e Ubi con +4 per cento.

Se tuttavia vogliamo vedere da dove è venuta la crescita dei ricavi e sommiamo l’incremento o decremento in cifra assoluta delle due componenti del business caratteristico, cioè margine di interesse e commissioni, notiamo come i ricavi di Intesa e di Banco Bpm siano cresciuti per queste due fonti di ricavo core (rispettivamente 118 milioni e 77 milioni), mentre queste due componenti hanno contribuito in maniera leggermente negativa per Unicredit (-3 milioni) e per Ubi (-29 milioni).

Andamento opposto per le altre fonti di ricavo, trading e partecipazioni, negative per Intesa e per Banco Bpm (rispettivamente per 86 milioni e per 44 milioni), mentre hanno dato un grosso boost a Unicredit (+162 milioni grazie a notevoli profitti nell’area negoziazione) e Ubi (+52 milioni grazie a profitti su cessioni di titoli di Stato).

Nonostante il grande miglioramento impresso dalla nuova strategia messa a punto da Mustier, Ad di Unicredit, in termini di redditività Banca Intesa resta la prima della classe con un margine lordo del 49%, dato dal rapporto tra risultato lordo di gestione e margine di intermediazione, invariato rispetto all’anno precedente. Unicredit segue con il 40%, in aumento di quattro punti rispetto al 36% del primo trimestre 2016.

Ma anche Banco Bpm è riuscita a recuperare ben cinque punti rispetto al 2016, passando dal 31% al 36% e confermando così la propria terza posizione anche in termini di redditività. Bene anche Ubi che ha fatto progredire il proprio indice dal 33% al 35 per cento.

Dal punto di vista del costo del credito si nota un miglioramento, dopo le pulizie straordinarie che hanno comportato maxi accantonamenti che hanno caratterizzato i bilanci 2016 di Unicredit e Banco Bpm, chiusi con pesanti perdite. Nel primo trimestre 2016 il peso delle rettifiche non zavorra più i bilanci di Banco Bpm che archivia i primi tre mesi con rettifiche per 299,8 milioni (-60% a/a), dato che riesce a riportare i conti in nero a livello di risultato netto di gestione. Calano anche quelle di Unicredit e Ubi (rispettivamente -12% a/a e -13% a/a). Stabili, invece, le rettifiche di Intesa, la cui strategia è caratterizzata da una gestione interna dei crediti e che negli anni scorsi non ha dovuto incidere pesantemente sotto questo profilo.

Dopo le suddette dinamiche Intesa rimane in testa in termini di margine netto di gestione che si attesta al 33%, un punto in più rispetto all’anno precedente. In netto miglioramento Unicredit che passa dal 20% al 26%, segue Ubi con un margine netto del 18% e infine Banco Bpm che riesce a tornare in utile con un margine dell’11 per cento.

Testa a testa per quanto riguarda l’utile netto tra Intesa e Unicredit, con la banca guidata da Mustier che riesce a battere di un soffio la concorrente con un utile netto di 907 milioni rispetto ai 902 milioni di Intesa. La banca guidata da Carlo Messina mostra tuttavia una marginalità superiore, pari al 21%, contro quella del 19% della banca di piazza Gae Aulenti.

C’è da rilevare che il risultato netto è influenzato anche da fattori non ordinari, legati alle diverse strategie delle banche.