Mercati – Milano giù con gli eurolistini, inflazione Eurozona in linea con le attese

Dopo un’apertura negativa le borse europee proseguono in calo, scontando in parte le prese di beneficio dopo il rally delle ultime settimane e in parte le preoccupazioni internazionali legate alle politiche del presidente statunitense Donald Trump. Intorno alle 12:05 il Ftse Mib arretra dello 0,6%, preceduto dal Cac 40 di Parigi (-0,5%), dal Dax di Francoforte (-0,4%), dall’Ibex 35 di Madrid (-0,3%) e dal Ftse 100 di Londra che scambia sulla parità.

Il licenziamento del capo dell’Fbi Comey e la questione delle informazioni passate da Trump alla Russia hanno accentuato i dubbi degli investitori sul capo di Stato americano e sulla sua effettiva capacità di implementare le riforme annunciate per l’economia a stelle e strisce. Tensioni che stanno pesando in particolare sul dollaro, con il cambio EUR/USD a 1,11 e l’USD/JPY a 112,3.

Il nuovo clima di incertezza e l’indebolimento del dollaro hanno favorito invece i metalli preziosi, con l’oro e l’argento tornati rispettivamente in area 1.244 e 16,89 dollari l’oncia. Sempre tra le materie prime invece arretra lievemente il petrolio, penalizzato dalle stime Api sulle riserve di greggio, in attesa dei dati ufficiali sulle scorte settimanali statunitensi che l’Eia diffonderà oggi pomeriggio. Nel frattempo Wti e Brent quotano rispettivamente 48,5 e 51,6 dollari al barile.

Pochi spunti dall’agenda macroeconomica odierna, in cui spiccano i dati di aprile sull’inflazione dell’Eurozona perfettamente in linea con le stime. L’indice dei prezzi al consumo ha riportato una crescita mensile dello 0,4% e un incremento annuo dell’1,9%, mentre il dato rettificato dai prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco è aumentato su base tendenziale dell’1,2 per cento.

Nel comparto del reddito fisso, infine, calano ancora i rendimenti governativi, con il tasso sul Btp sceso al 2,19% separato da uno spread con il Bund in area 178 punti base.

A Piazza Affari prevalgono i segni rossi con BUZZI in fondo al listino a -2,1% seguita da UBI a -1,95 per cento. L’istituto guidato da Victor Massiah intanto si è detto pronto a ridurre l’ammontare dei non performing loan da 12,5 miliardi del 31 dicembre 2016 a 9,8 miliardi di fine 2021, riducendo inoltre la relativa incidenza sul totale dei crediti dall’attuale 14,4% al 10,4 per cento.

Negativi anche gli altri bancari con INTESA a -0,4% e UNICREDIT a -1,05%, BANCO BPM a -0,4% e BPER a -0,8 per cento.

Scatta qualche presa di profitto su ATLANTIA (-0,8%) dopo i rialzi delle scorse sedute seguiti al lancio dell’Opa su Abertis. Si segnala inoltre che Standard & Poor’s e Moody’s hanno confermato i rating sulla società, con la prima che ha modificato l’outlook da stabile a negativo.

In lieve ribasso LUXOTTICA (-0,6%), che ha annunciato l’intenzione di procedere al delisting da New York. Sempre nel lusso arretrano pure MONCLER (-1,6%) e FERRAGAMO (-1,2%).

Poco mossi i petroliferi ENI (-0,5%) e SAIPEM (-0,4%) mentre avanza TENARIS (+0,6%). In controtendenza anche ITALGAS (+0,9%), YNAP (+0,6%), AZIMUT e BANCA MEDIOLANUM (+0,3%)

Vendite anche su FCA (-1%) con la Commissione Europea che potrebbe aprire una procedura di infrazione delle normative a carico dell’Italia, rea secondo la stampa tedesca di aver volontariamente ignorato i dispositivi illegali di manipolazione delle emissioni delle auto diesel Fca.