Ondata di segni rossi sulle piazze europee e a Wall Street, in un clima generale di avversione al rischio che privilegia gli asset meno rischiosi. Poco prima delle 16:00 il Ftse Mib arretra dell’1,4%, preceduto dall’Ibex 35 di Madrid (-1,1%), dal Cac 40 di Parigi (-1%), dal Dax di Francoforte (-0,8%), e dal Ftse 100 di Londra (-0,8%). Avvio sottotono anche per i listini americani, in calo dello 0,8-0,9 per cento.
I mercati azionari scontano in parte le preoccupazioni legate a Donald Trump, dopo le ultime vicende politiche che alimentano i dubbi sull’effettiva capacità del presidente statunitense di implementare le riforme annunciate per l’economia a stelle e strisce. Inoltre gli investitori stanno verosimilmente approfittando della situazione per monetizzare il rally dei listini delle scorse settimane, facendo scattare qualche presa di beneficio.
I dubbi degli investitori sul capo di Stato americano stanno pesando in particolare sul dollaro, con l’EUR/USD stabilmente sopra quota 1,11 e il cambio con lo yen che crolla a 111,6. La valuta giapponese, ben comprata nelle fasi di incertezza, risale anche sull’euro portando il cross EUR/JPY a 124.
L’incertezza e l’indebolimento del dollaro favoriscono invece i metalli preziosi, con l’oro e l’argento tornati rispettivamente sopra 1.254 e 16,98 dollari l’oncia. Sempre tra le materie prime il petrolio inverte la rotta rispetto alla mattinata, con Wti e Brent che risalgono rispettivamente a 49 e a 52,2 dollari al barile, in attesa dei dati ufficiali dell’Eia sulle scorte settimanali statunitensi.
Acquisti diffusi anche sul mercato obbligazionario, dove il tasso del Btp scende al 2,17% e resta separato da uno spread di 178 punti base dal Bund.
A Piazza Affari le vendite investono soprattutto BUZZI, in fondo al listino a -4,7%, seguita da UBI a -3,6 per cento. L’istituto guidato da Victor Massiah intanto si è detto pronto a ridurre l’ammontare dei non performing loan da 12,5 miliardi del 31 dicembre 2016 a 9,8 miliardi di fine 2021, riducendo inoltre la relativa incidenza sul totale dei crediti dall’attuale 14,4% al 10,4 per cento.
Negativi anche gli altri bancari con INTESA a -1,2%, UNICREDIT a -2,9%, BANCO BPM a -1,5% e BPER a -1,9 per cento. In rosso anche ATLANTIA (-1,2%) che resta al centro dell’attenzione dopo l’Opas su Abertis, anche se ci vorrà qualche settimana per conoscerne gli sviluppi.
In ribasso LUXOTTICA (-1,2%), che procederà al delisting da New York. Sempre nel lusso arretrano pure MONCLER (-1,7%) e FERRAGAMO (-2%). Sottotono anche i petroliferi ENI (-1,1%), che ha firmato un accordo di cooperazione con Rosneft, SAIPEM (-1,1%) e TENARIS (-1%).
Vendite anche su FCA (-2,3%) con la Commissione Europea che ha aperto il procedimento di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato adempimento degli obblighi derivanti dalle regole Ue per l’omologazione dei veicoli da parte di Fca.
In controtendenza ITALGAS (invariata) sulle positive attese per il piano che verrà presentato il 31 maggio e YNAP (+0,6%).