Ubi è pronta a ridurre l’ammontare dei non performing loan in seno all’istituto di 2,7 miliardi entro il 2021.
È questo l’obiettivo indicato nel piano di dismissione degli npl varato dalla banca lombarda e inviato alla Bce lo scorso marzo.
L’istituto guidato da Victor Massiah intende quindi a diminuire lo stock di crediti deteriorati dai 12,5 miliardi al 31 dicembre 2016 a 9,8 miliardi a fine 2021, e ridurre la relativa incidenza sul totale dei crediti dall’attuale 14,4% al 10,4 per cento.
Per raggiungere il target prefissato Ubi vuole affidarsi innanzitutto alla gestione interna degli npl, tramite la creazione ad hoc di un team ad essa dedicato.
E uno dei punti chiave della nuova strategia sarà la gestione preventiva quei crediti che hanno un’ampia probabilità di trasformarsi in npl in futuro, tramite una rinegoziazione delle condizioni del finanziamento.
In merito alle sole inadempienze probabili, verrà creata una business unit che si occuperà in esclusiva della loro gestione.
La banca svilupperà inoltre una gestione proattiva dei collaterali immobiliari, per cui è stata costituita una società immobiliare apposita, la Re.O.Co.
Per gli npl inerenti i portafogli di piccolo taglio e per specifici crediti aventi come garanzie immobili commerciali, la strada che sarà seguita sarà quella della cessione.
Intanto, la banca intenderebbe avviare l’aumento di capitale da 400 milioni entro i primi 15 giorni di giugno, dopo che nei giorni scorsi il Ceo Massiah ha garantito sulla rapidità dei tempi di esecuzione.