Continua il crollo verticale delle azioni del gruppo italo americano che, dopo il calo del 4,6% registrato nella seduta di ieri, intorno alle 9:30 scambiano in rosso del 5,2% rispetto al -0,7% del Ftse Mib.
Dopo che ieri l’Ue ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la violazione delle normative da parte di Fca, il tema delle emissioni torna caldo anche negli Stati Uniti. Secondo alcune indiscrezioni infatti, il Dipartimento di giustizia potrebbe intentare una causa nei confronti della casa di Detroit nel caso in cui non si riuscisse a raggiungere un accordo sulla presunta violazione delle norme in tema di inquinamento.
Un’eventualità che non rappresenta nulla di nuovo in quanto lo scenario di un’azione legale nei confronti di Fca si profilava già a gennaio, quando l’Epa accusò il gruppo di aver installato su oltre 100 mila veicoli diesel venduti in Usa un software per manipolare il livello di emissioni. I modelli finito nel mirino delle autorità sono il Jeep Grand Cherokee e la Ram 1500 prodotti tra il 2014 e il 2016.
La controllata americana del gruppo ha spiegato che sono in corso “discussioni attive” con il Dipartimento di giustizia, ritenendo qualsiasi causa controproducente nell’ambito dei dialoghi con l’Agenzia per la protezione ambientale e con il California Air Resources Board (l’autorità californiana per garantire aria pulita).
Fca ha sempre comunque rispedito al mittente le accuse e si è detta impegnata a risolvere le preoccupazioni delle autorità, proponendo una soluzione software che sarebbe nelle fasi finali per ottenere un via libera regolatorio.
Un soluzione che potrebbe evitare al gruppo un’eventuale sanzione, che secondo gli analisti nello scenario peggiore potrebbe arrivare oltre i 4,6 miliardi di dollari.
Commento:
La notizia è sicuramente negativa per il gruppo anche se a questi prezzi sconta già una possibile multa, valutata da alcuni analisti in un range di 2-4 miliardi.
A pesare sulle quotazioni, inoltre, sta pesando il crollo verticale del dollaro e l’incertezza politica che circonda il presidente americano in seguito al cosiddetto Russi-gate, con il titolo Fca che era stato tra i principali beneficiati dell’effetto Trump.