Mercati – Il Ftse Mib allunga a +1%, corre Cnh

Dopo l’avvio in rialzo di Wall Street le borse europee mantengono l’intonazione positiva della mattinata. Intorno alle 15:45 il listino milanese avanza dell’1%, insieme all’Ibex 35 di Madrid (+1,2%), precedendo il Cac 40 di Parigi (+0,5%), il Ftse 100 di Londra (+0,4%) e il Dax di Francoforte (+0,2%). Sul Nyse i principali indici statunitensi scambiano in progresso tra lo 0,3% e lo 0,6 per cento.

In una giornata povera di spunti dall’agenda macroeconomica, che prevede soltanto la fiducia dei consumatori dell’Eurozona di maggio in pubblicazione a breve, gli investitori accantonano momentaneamente le preoccupazioni legate alle vicende politiche statunitensi, in attesa dell’audizione al Senato della settimana prossima di James Comey, l’ex direttore dell’Fbi licenziato dal presidente americano.

Intanto, sul Forex, l’euro prosegue la marcia nei confronti del dollaro e dello yen, riportandosi rispettivamente a 1,119 e 124,6 nei confronti delle due valute. La moneta unica beneficia anche delle dichiarazioni ottimiste di ieri del presidente della Bce Mario Draghi, che alimentano le ipotesi di una progressiva riduzione degli stimoli monetari dell’Eurotower, anche in virtù della minore incertezza politica nel Vecchio Continente dopo la vittoria di Macron in Francia.

Il biglietto verde invece resta penalizzato dagli scandali politici, cedendo terreno anche sulla moneta nipponica (USD/JPY a 111,35) e sulla sterlina (GBP/USD a 1,302).

Fra le materie prime continuano a salire le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent che raggiungono i 50,2 e 53,4 dollari al barile, sostenuti dalle indicazioni positive sui tagli alla produzione in attesa del meeting Opec del 25 maggio. In lieve rialzo anche l’oro a 1.255 dollari l’oncia, agevolato ancora dalla debolezza del biglietto verde.

Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si stabilizza in area 175 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,12 per cento.

A Piazza Affari CNH (+4,6%) balza in testa al Ftse Mib, grazie anche ai risultati positivi pubblicati dalla rivale americana Deere che ha pure alzato la guidance per il 2017.

Rimbalza FCA (+2,7%) dopo il crollo delle ultime due sedute in scia alle vicende legate alle emissioni in Europa e Stati Uniti. Deciso recupero anche per BUZZI (+3,2%), fortemente penalizzato nelle scorse sedute dal clima di incertezza che aleggia sulla presidenza Trump. Bene anche AZIMUT (+2,5%) e FERRAGAMO (+2,3%).

In progresso del 2,1% A2A, che secondo Reuters avrebbe affidato a Rothschild l’incarico di trovare entro la fine del 2017 un acquirente per la sua partecipazione del 41,75% in Elektroprivreda Crne Gore AD Nikšić (EPCG), società montenegrina monopolista nella generazione elettrica.

Fra i bancari spicca UBI (+1,6%), agevolata anche dalla conferma del ‘buy’ con target price a 4,55 euro da parte di Ubs. Bene pure UNICREDIT (+1%), che in attesa di concludere entro fine giugno il progetto Fino per la cessione di 17,7 miliardi di sofferenze lorde, ha già messo in cantiere la dismissione di un secondo pacchetto da 3 miliardi che potrebbe essere messo sul mercato entro fine anno.

Sempre fra gli istituti di credito avanza INTESA (+1%) che intanto vede allungarsi i tempi per la cessione del pacchetto da 1,35 miliardi di crediti deteriorati messi in vendita. Le proposte di acquisto sarebbero dovute arrivare oggi, ma l’appuntamento è stato spostato alla settimana prossima, senza tuttavia che vi sia una deadline invalicabile.

Nel frattempo Intesa Sanpaolo Vita, la compagnia di assicurazione del Gruppo Intesa, ha comunicato i risultati del primo trimestre 2017, in cui gli asset under management hanno raggiunto i 145,9 miliardi (+1,5% rispetto a fine dicembre).

Leggermente positiva anche BPER (+0,6%) con l’Ad Vandelli che, in merito alla collaborazione con UNIPOL (-0,3%), ha sottolineato la volontà di rinnovare la partnership nella bancassurance, consolidando il ramo vita, dove sono state raggiunte 4,5 milioni di polizze, e sviluppando il ramo danni.

In controtendenza in fondo al listino FERRARI, in calo dell’1,6 per cento.