Chiusura in lieve calo per le borse europee in attesa della pubblicazione questa sera dei verbali dell’ultima riunione della Fed e dopo il discorso del presidente della Bce Mario Draghi. Il Ftse Mib di Milano ha terminato le contrattazioni in lieve ribasso (-0,2%) a 21.369 punti, insieme al Dax di Francoforte (-0,1%), al Cac 40 di Parigi (-0,1%) e all’Ibex 35 di (-0,2%). Leggero rialzo invece per il Ftse 100 di Londra (+0,4%), che si riporta in prossimità dei record storici, mentre dall’altra parte dell’oceano prosegue poco mossa la seduta degli indici di Wall Street.
Il numero uno dell’Eurotwer è intervenuto in una conferenza a Madrid sulla stabilità finanziaria, sottolineando che la politica monetaria espansiva rispecchia le condizioni attuali dell’economia della zona euro ed è conforme all’andamento dell’inflazione.
Secondo Draghi, dunque, al momento non ci sono ragioni per modificare l’attuale politica monetaria di Francoforte, con i tassi di interesse che inizieranno a salire solo al termine del Quantitative easing.
Dal rapporto semestrale redatto dalla Bce diffuso in mattinata, invece, è emerso che i rischi dell’Eurozona sono contenuti, ma restano significativi. Tra questi, l’Eurotower ha sottolineato in particolare l’aumento dei timori sulla sostenibilità dei debiti pubblici, mentre la pulizia dei bilanci delle banche procede con lentezza.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, dalle minute del Fomc potrebbe emergere come la Fed intenda iniziare a ridurre il proprio bilancio da 4,5 trilioni di dollari. Una decisione che potrebbe influenzare il percorso di rialzo dei tassi di interesse, con la probabilità di una stretta monetaria nel prossimo meeting di giugno attualmente data al 75% dal mercato.
Intanto sul mercato dei cambi il dollaro si mantiene sostanzialmente stabile nei confronti dell’euro, con l’EUR/USD in area 1,117, mentre recupera terreno sullo yen, con l’USD/JPY a 112,1. In rialzo anche l’EUR/JPY a 125,3.
Tra le materie prime, poco mosso il petrolio in attesa del meeting di Vienna di domani con il Brent (-0,2%) a 54,1 dollari e il Wti (-0,2%) a 51,4 dollari, mentre i dati settimanali pubblicati dall’Eia hanno mostrato un calo superiore alle previsioni delle scorte Usa.
Sull’obbligazionario, infine, in lieve rialzo il rendimento del Btp al 2,13%, separato da un differenziale con il decennale tedesco in area 173 punti base.
Tornando a Piazza Affari, brilla in particolare BANCO BPM (+4%) in scia alle indiscrezioni sull’ammontare delle offerte per il portafoglio da 750 milioni di npl denominato ‘Rainbow’, che potrebbero arrivare ad una cifra compresa tra i 250 e i 300 milioni.
Sempre tra i bancari, bene BPER (+1,4%) e UBI (+1,8%), mentre chiudono poco mosse UNICREDIT (+0,1%) e INTESA (-0,2%). Acquisti su UNIPOL (+2,6%) e LEONARDO (+1,5%), che ha beneficiato anche della proposta di budget di Trump favorevole per il settore della difesa.
Rimonta dai minimi intraday FCA (-0,6%), penalizzata dalla notizia che il Dipartimento di Giustizia americano ha avviato un’azione legale per la presunta violazione delle leggi sulle emissioni. Gli analisti ritengono comunque improbabile che si materializzi il “worst case scenario”, ossia il pagamento di una multa fino a 4,6 miliardi, anche alla luce delle differenze con lo scandalo Dieselgate che aveva travolto Volkswagen nel settembre del 2015.
Deboli le utilities ENEL (-1%), SNAM (-1,5%), ITALGAS (-1,9%) e TERNA (-1,5%), con quest’ultima che sconta anche il downgrade da parte di Banca Akros da ‘accumulate’ a ‘neutral’.
In rosso la moda, penalizzato dal downgrade da parte di Moody’s ai danni della Cina. Affonda soprattutto FERRAGAMO (-5,2%), su cui pesano anche le indicazioni caute sull’outlook e sulla redditività fornite dal management in occasione di un incontro con gli analisti a Parigi.