Prosegue in rosso la seduta delle borse europee, con Milano che allarga le perdite appesantita da bancari ed energetici, oltre che dai dati negativi diffusi dall’Istat. Intorno alle 11:45 il Ftse Mib cede lo 0,9% in area 21.100 punti, seguito dall’Ibex 35 di Madrid (-0,8%), dal Cac 40 di Parigi (-0,6%) e dal Dax di Francoforte (-0,4%). Resiste poco sopra la parità, invece, il Ftse 100 di Londra (+0,1%), agevolato anche dal calo della sterlina.
La moneta britannica si indebolisce infatti in scia alla discesa dei consensi del partito conservatore di Theresa May in vista delle elezioni del prossimo 8 giugno. Il cambio GBP/USD arretra a 1,287 e l’EUR/GBP risale a 0,872.
In rialzo lo yen che torna a quota 111 rispetto al dollaro e a 124,5 nei confronti dell’euro, mentre resta poco mosso il cambio euro/dollaro in area 1,122 in attesa della seconda lettura preliminare del Pil Usa del primo trimestre questo pomeriggio.
Per quanto riguarda l’Italia, a maggio il clima di fiducia delle imprese manifatturiere è sceso a 106,9 da 107,7 di aprile (rivisto al ribasso da 107,9), rispetto alle attese di 108 del consensus. L’indice composito (manifattura, servizi, commercio, costruzioni), invece, è diminuito a 106,2 dai 106,8 dello scorso mese (rivisto al ribasso da 107,4).
Delude le attese anche l’indice che misura la fiducia dei consumatori, calato a maggio sui livelli più bassi da gennaio 2015 a 105,4 da 107,4 di aprile (rivisto al ribasso da 107,5), contro i 107,3 stimati dagli analisti.
Sull’obbligazionario si allarga lo spread Btp-Bund a 177 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,11 per cento.
Tra le commodities timido rimbalzo per il petrolio dopo il crollo di ieri con il Brent (+0,7%) a 51,8 dollari e il Wti (+0,7%) a 49,2 dollari, mentre l’oro si riporta in area 1.265 dollari l’oncia.
Tornando a Piazza Affari, in rosso il comparto del credito in attesa di sviluppi sulla questione del salvataggio delle banche venete. In calo BPER (-2,2%), BANCO BPM (-1,9%), UBI (-2,2%), UNICREDIT (-2,5%) e INTESA (-2,3%).
L’istituto guidato da Carlo Messina attende in giornata le offerte per il portafoglio da 1,35 miliardi di crediti problematici, che include posizioni garantite da immobili o progetti di sviluppo. L’operazione prevede la creazione di un veicolo finanziario nel quale entreranno i potenziali acquirenti e che poi procederà alla cartolarizzazione del portafoglio e al recupero dei crediti, un processo che dovrebbe arrivare a termine verso fine anno.
Unicredit, invece, ha concluso un accordo con tre partner operativi, Sistemia, Yard e IT Auction per la commercializzazione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare rimpossessato da circa 1,5 miliardi, riveniente da contratti di leasing risolti e tornati nella disponibilità di Unicredit Leasing in Italia.
Deboli gli energetici tra cui in particolare ITALGAS (-2,2%), che risente del downgrade da parte di Goldman Sachs a ‘neutral’ rimuovendo il titolo dalla “buy list” paneuropea. Male anche i petroliferi con ENI (-1,6%), SAIPEM (-1,9%) e TENARIS (-2,5%).
Nel lusso, infine, proseguono le vendite su FERRAGAMO (-3%) dopo le previsioni caute da parte del management per il 2017, con diversi broker che hanno rivisto al ribasso le stime e i giudizi sul titolo. In controtendenza invece MONCLER, la migliore del Ftse Mib con un rialzo del 2,3 per cento.