Il titolo della multinazionale italiana della raffinazione cede oltre il 4% in Borsa sottoperformando il mercato del 3,3 per cento. Prese di profitto dunque dopo una performance strabiliante da febbraio 2017 che ha permesso di capitalizzare una sovraperformance sia sul comparto mid cap che sull’indice Ftse Italia oil&gas, rispettivamente del 23% e del 60 per cento.
A nostro avviso si tratta principalmente di prese di beneficio legate alla performance importante e che potrebbero aver trovato come ragioni scatenanti alcuni fattori.
Per esempio l’accordo Opec per l’estensione dei tagli porterà i Paesi del cartello a ridurre principalmente la produzione di quei grezzi pesanti (e meno profittevoli per loro) che favoriscono in termini di margini le raffinerie complesse su quelle semplici.
Un impatto piuttosto limitato secondo noi può aver avuto il calo dei margini di raffinazione EMC della scorsa settimana, in scia al rialzo delle quotazioni del petrolio. Nell’ultima settimana infatti i margini EMC benchmark sono scesi a 3,7 dollari al barile, cifra che, se pur inferiore ai 4 dollari della settimana precedente, rimane un buon valore.
Può aver invece influito anche il report negativo di Morgan Stanley sugli scenari del mercato delle macchine diesel in Europa. Secondo la banca d’affari americana il mercato del diesel nel Vecchio Continente è entrata in una fase di crisi da cui non si riprenderà più. La nuova normativa per le emissioni infatti rischia di diventare troppo costosa per le case automobilistiche e già alcune case non intendono più sviluppare nuovi motori diesel. Inizierà dunque una fase di eliminazione totale del consumo del diesel nel settore automobilistico a favore dell’elettrico. Questo potrebbe causare nel medio lungo periodo un indebolimento della domanda di diesel per il comparto della raffinazione europea.