Unicredit – Al via cessione immobili per 1,5 miliardi

Unicredit ha concluso un accordo con tre partner operativi, Sistemia, Yard e IT Auction per la commercializzazione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare rimpossessato, riveniente da contratti di leasing risolti e tornati nella disponibilità di Unicredit Leasing in Italia. All’intesa partecipa anche la società del Gruppo Unicredit Subito Casa.

Il nuovo processo di remarketing è stato lanciato in aprile e l’operazione rientra nel piano Transform 2019 per la riduzione degli npe (non performing exposure), per i quali è stato fissato un target dell’8,4% a fine 2019.

Il portafoglio comprende immobili di vario genere: industriale, commerciale, uffici, turismo e residenziale per un valore, al lordo delle rettifiche, di circa 1,5 miliardi, facenti parte dei 36,7 miliardi di asset della non core bank.

La promozione, la valorizzazione e la vendita degli asset immobiliari rimpossessati, costituiscono parte dell’attuale strategia di Unicredit Leasing di cessione di asset non-core, finalizzata alla riduzione dei contratti npe derivanti da contratti di leasing finanziario. Nel primo trimestre, a questo riguardo, era stata conclusa la cessione di un portafoglio da 500 milioni di crediti deteriorati relativi al leasing, che sarà contabilizzato nel secondo trimestre.

I quattro operatori sono stati selezionati tra i player del settore immobiliare B2B, valutati sulla base delle caratteristiche di capacità di promozione, velocizzazione e valorizzazione degli asset proposti in vendita.

COMMENTO

L’operazione rappresenta uno step positivo per raggiungere i target fissati dal piano Transform 2019. Oggi in Borsa, tuttavia, prevalgono i timori che gli istituti di credito più sani possano essere coinvolti nel finanziamento del salvataggio delle banche venete, per le quali il ministro Pier Carlo Padoan ha escluso il ricorso a una procedura di bail-in, per evitare la quale le autorità europee hanno chiesto che un miliardo venga da soggetti privati. Le azioni Unicredit cedono quindi il 2,14% a 16,43 euro. Le quotazioni si tengono quindi al di sotto dei 17 euro, superati il 16 maggio a 17,1 euro, massimo degli ultimi 12 mesi.