Il Ftse Mib chiude l’ottava con un rosso dell’1,7% dovuto anche allo stacco della cedola avvenuto lunedì da parte di circa la metà dei titoli che lo compongono e all’andamento negativo dei titoli petroliferi.
E lo stacco delle cedole ha in parte influenzato anche il comparto bancario, che arretra del 2,6% e sotto-performando l’indice europeo (-0,5%). Il settore ha risentito in parte anche dell’incertezza causata dal salvataggio di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.
Sprinta Banco Bpm (+8,9%) beneficiando anche dell’innalzamento della raccomandazione da ‘equalweight’ a ‘overweight’ con target price aumentato da 2,9 euro a 3,3 euro da parte di Barclays. È doveroso segnalare che per l’istituto si avvicina la cessione del pacchetto da 750 milioni di npl, ad un prezzo compreso tra il 33% e il 40% del nominale.
Arretra anche Unicredit (-1,3%) dopo gli ultimi rialzi, continuando comunque a godere della fiducia degli analisti con il broker Jefferies che ha confermato il ‘buy’. La banca di piazza Gae Aulenti, intanto, prosegue nella dismissione degli npl e degli asset non core.
Intesa lascia sul terreno il 6,4% risentendo in larga parte del calo tecnico di lunedì, dopo lo stacco della cedola unitaria da 0,178 euro.
Tra le Mid Cap denaro su Creval (+3,9%) grazie anche alle offerte non vincolanti che la banca avrebbe ricevuto per una potenziale partnership nella bancassurance da alcuni primari operatori assicurativi.
Tra le Small Cap debole Carige (-1,9%) a pochi giorni dal cda che dovrebbe dare avvio alla ricapitalizzazione da 450 milioni e alla scissione del portafoglio di 2,4 miliardi di npl.