Il Ftse Mib chiude appena sopra la parità (+0,1%) risentendo anche dell’avvio cauto di Wall Street oltre che delle incertezze legate al quadro politico nazionale.
Leggere vendite sul comparto bancario, che lascia sul terreno lo 0,4% ma tenendo meglio dell’indice europeo (-1,5%). Il settore continua a risentire ancora delle incertezze derivanti dal salvataggio delle due banche venete, per cui si profilano ormai tempi stretti, dopo il ritiro del fondo Atlante.
Intesa arretra dello 0,6% continuando comunque a godere della fiducia degli analisti, testimoniata dall’innalzamento del giudizio da ‘neutral’ a ‘overweight’ con target price aumentato da 2,9 a 3,2 euro da parte di Jp Morgan. È doveroso segnalare che l’Ad Carlo Messina ha precisato che il nuovo piano industriale non contemplerà drastici tagli al personale, come indicavano alcuni rumor.
Termina flat Bper con il mercato che ha scontato l’ormai imminente closing per Cariferrara e dell’acquisto, insieme a Popolare Sondrio (+0,1%), delle quote del 40% in mano a Veneto Banca e Popolare Vicenza.
Altra giornata di prese di beneficio su Banco Bpm (-2,3%), e, in misura minore, su Unicredit (-0,1%) e Ubi (-0,7%), con le tre banche che, tuttavia, mantengono un ottimo andamento da inizio anno.
Bene Creval (+1%) grazie anche alla creazione di una divisione che opererà nel factoring pro-soluto e pro-solvendo a favore delle pmi clienti dell’istituto.
Tra le Small Cap poca mossa Carige (-0,4%) il cui cda ieri ha approvato la cessione di un pacchetto di 940 milioni di npl mentre non sono emerse novità sull’avvio della ricapitalizzazione da 450 milioni e sulla scissione del portafoglio di 2,4 miliardi di sofferenze.