Dopo una mattinata all’insegna della cautela i listini europei prendono la via del rialzo, con il Ftse Mib che inverte nuovamente la rotta e avanza dello 0,4 per cento. Intorno alle 15:50, dopo l’avvio poco mosso di Wall Street, sono ben intonati anche il Dax di Francoforte (+0,8%), l’Ibex 35 di Madrid (+0,7%), il Ftse 100 di Londra (+0,5%) e il Cac 40 di Parigi (+0,4%).
Particolarmente ricca di appuntamenti l’agenda macroeconomica odierna, in cui spiccano i dati previsionali su inflazione di maggio e tasso di disoccupazione di aprile dell’Eurozona. I prezzi al consumo sono risultati in calo rispetto ad aprile (+1,4% dal precedente +1,9% su base annua), mentre il tasso di disoccupazione è diminuito oltre le previsioni al 9,3% (9,4% il consensus). Dati che sicuramente verranno presi in considerazione dalla Bce nel meeting di giovedì prossimo, come annunciato ieri dal presidente Mario Draghi.
Per quanto riguarda l’Italia, il tasso di disoccupazione preliminare di aprile si attesta all’11,1%, livello più contenuto da settembre 2012, mentre l’inflazione ha mostrato segnali di rallentamento a marzo. Oltreoceano si attende in serata il Beige Book della Fed, il documento di riferimento per la prossima riunione di politica monetaria che si terrà a metà giugno, mentre questa settimana verranno diffusi i dati sul mercato del lavoro.
Intanto l’euro guadagna terreno sulle principali valute, con il cambio EUR/USD risalito a 1,123 e l’EUR/JPY a 124,4. In rialzo anche l’EUR/GBP a 0,873, con la moneta britannica in balia dei sondaggi che vedono il partito conservatore di Theresa May più o meno avvantaggiato in vista delle elezioni.
Tra le materie prime prosegue in ribasso il petrolio con Wti e Brent in calo di oltre due punti e mezzo percentuali rispettivamente a 48,4 e a 50,3 dollari, in attesa dei dati settimanali sulle scorte in programma domani. Le quotazioni risentono da una parte dei segnali di ripresa della produzione in Libia e dall’altra dello scetticismo sulla possibilità che l’operazione Opec possa realmente risolvere il problema di oversupplied sul mercato petrolifero.
A Piazza Affari sono ben comprate le azioni ATLANTIA (+2,5%) in scia alle indiscrezioni di stampa su un interesse delle americane American Towers e Crown Castle per la spagnola Cellnex.
In rialzo anche BANCA MEDIOLANUM (+2,2%), A2A (+2,3%) e FCA (+2%). Acquisti pure su ITALGAS (+1,9%) che ha diffuso il piano strategico 2017-2023. Previsti investimenti complessivi per 5 miliardi, una riduzione dei costi operativi di oltre il 15% e una crescita media annua del dividendo del 4% nel periodo 2017-2019.
Resta in fondo al listino MEDIASET (-2,5%) con Premium che ieri ha varato formalmente il previsto aumento di capitale per ripianare le perdite 2016 della pay tv. La delibera ha visto l’astensione di Telefonica, azionista di Premium con l’11% del capitale.
In calo anche le banche ad eccezione di INTESA (+1,3%) che si appresta a lanciare il collocamento di una nuova obbligazione bancaria garantita a scadenza dieci anni, per cui le prime indicazioni di rendimento sono nell’area di 38 punti base sopra la curva midswap.
Risale anche GENERALI (+1,7%), che ha venduto la quota del 3,04% detenuta in Intesa Sanpaolo e pari a 510 milioni di azioni ordinarie. Contestualmente, la compagnia assicurativa ha posto termine all’operazione in strumenti derivati collateralizzati, effettuata in data 17 febbraio 2017, per coprire totalmente il rischio economico collegato all’acquisto delle suddette azioni.
Fuori dal listino principale resta pesante CARIGE (-5%), dopo lo scontro al vertice che ha portato alla sfiducia dell’Ad Guido Bastianini da parte dell’azionista di maggioranza Vittorio Malacalza.