Mercati – Regna la volatilità, Milano chiude a -0,4% con banche e Mediaset

Giornata sulle montagne russe per i listini europei, con il Ftse Mib che inverte più volte la rotta e infine archivia le contrattazioni in ribasso dello 0,4% a 20.732 punti. Chiudono poco distanti dalla parità anche il Dax di Francoforte (+0,1%), l’Ibex 35 di Madrid (flat), il Ftse 100 di Londra (-0,1%) e il Cac 40 di Parigi (-0,4%) mentre a Wall Street, dopo due ore e mezza di contrattazioni, i tre principali indici sono in lieve flessione (-0,2%) mentre il Russell 2000 arretra dello 0,5 per cento.

Particolarmente ricca di appuntamenti l’agenda macroeconomica odierna, in cui spiccano i dati previsionali su inflazione di maggio e tasso di disoccupazione di aprile dell’Eurozona. I prezzi al consumo sono risultati in calo rispetto ad aprile (+1,4% dal precedente +1,9% su base annua), mentre il tasso di disoccupazione è diminuito oltre le previsioni al 9,3% (9,4% il consensus). Dati che sicuramente verranno presi in considerazione dalla Bce nel meeting di giovedì prossimo, come annunciato ieri dal presidente Mario Draghi.

Per quanto riguarda l’Italia, il tasso di disoccupazione preliminare di aprile si è attestato all’11,1%, livello più contenuto da settembre 2012, mentre l’inflazione ha mostrato segnali di rallentamento a marzo. Oltreoceano si attende in serata il Beige Book della Fed, il documento di riferimento per la prossima riunione di politica monetaria che si terrà a metà giugno, mentre a fine settimana verranno diffusi i dati sul mercato del lavoro. Nel frattempo, l’indice Pmi Chicago e le vendite di abitazioni hanno deluso le attese.

Intanto l’euro continua a guadagnare terreno sulle principali valute, con il cambio EUR/USD risalito a 1,124 e l’EUR/JPY a 124,3. Lo yen rimonta sul dollaro riportando l’USD/JPY a 110,6 mentre il cambio tra sterlina e biglietto verde risale a 1,29, dopo gli ultimi sondaggi che vedono il partito conservatore di Theresa May più avvantaggiato in vista delle elezioni.

Tra le materie prime non si arresta la discesa del petrolio con Wti e Brent in calo di quasi quattro punti percentuali rispettivamente a 47,8 e a 49,8 dollari, in attesa dei dati settimanali Eia sulle scorte americane in programma domani. Le quotazioni risentono da una parte dei segnali di ripresa della produzione in Libia e dall’altra dello scetticismo sulla possibilità che le misure dell’Opec possano realmente risolvere l’eccesso di offerta sul mercato petrolifero. In lieve rialzo l’oro a 1.267 dollari l’oncia.

A Piazza Affari spicca ITALGAS (+2,1%) nel giorno della presentazione del piano strategico 2017-2023. Previsti investimenti complessivi per 5 miliardi, una riduzione dei costi operativi di oltre il 15% entro il 2018 e una crescita media annua del dividendo del 4% nel periodo 2017-2019.

Ben comprate anche RECORDATI (+1,4%) e ATLANTIA (+1,4%), quest’ultima in scia alle indiscrezioni di stampa su un interesse delle americane American Towers e Crown Castle per la spagnola Cellnex.

Risale anche GENERALI (+1,2%), che ha venduto la quota del 3,04% detenuta in Intesa Sanpaolo e pari a 510 milioni di azioni ordinarie. Contestualmente, la compagnia assicurativa ha posto termine all’operazione in strumenti derivati collateralizzati, effettuata in data 17 febbraio 2017, per coprire totalmente il rischio economico collegato all’acquisto delle suddette azioni.

Crolla nuovamente MEDIASET (-2,5%) condizionata in parte dalla vicenda Vivendi-TELECOM ITALIA (+0,2%) e in parte dalla ricapitalizzazione di Premium.

Pesanti anche le banche con UBI (-3,3%), BANCO BPM (-2,7%), BPER (-2,5%), MEDIOBANCA (-2,4%) e UNICREDIT (-1,8%) tra i peggiori del listino. Limita i danni INTESA (-0,2%) che si appresta a lanciare il collocamento di una nuova obbligazione bancaria garantita a scadenza dieci anni, per cui le prime indicazioni di rendimento sono nell’area di 38 punti base sopra la curva midswap.

In rosso anche YNAP (-2,6%) e i petroliferi ENI (-1,6%), SAIPEM (-1,1%) e TENARIS (-2,3%).

Fuori dal listino principale tonfo di CARIGE (-6,5%), dopo lo scontro al vertice che ha portato alla sfiducia dell’Ad Guido Bastianini da parte dell’azionista di maggioranza Vittorio Malacalza.