Chiusura contrastata per le borse europee, che hanno ripiegato dai massimi di giornata in seguito ai dati americani sul mercato del lavoro, risultati sotto le attese. Il Dax archivia le contrattazioni in rialzo dell’1,2%, dopo aver toccato un picco intraday a 12.880 punti, record storico per l’indice di Francoforte. Più arretrati il Cac 40 di Parigi (+0,5%), l’Ibex 35 di Madrid (flat), il Ftse 100 di Londra (+0,1%) e il Ftse Mib di Milano, invariato a 20.928 punti.
L’attesa degli investitori era tutta per i non farm payrolls del Bureau of Labor Statistics, che hanno deluso le aspettative evidenziando nel mese di maggio soltanto 138 mila nuove buste paga nel settore non agricolo, a fronte delle 182 mila attese. Rivista nettamente al ribasso anche la rilevazione di aprile, da 211 mila a 174 mila unità. In diminuzione pure il tasso di partecipazione al lavoro, dal 62,9% al 62,7%, mentre il tasso di disoccupazione è sceso inaspettatamente dal 4,4% al 4,3 per cento.
Numeri complessivamente deludenti, che mettono pressione alla Fed in vista della riunione del 13 e 14 giugno in cui dovrebbe essere chiarito il ritmo degli ulteriori rialzi dei tassi di interesse. Dopo due ore di contrattazioni comunque i principali indici di Wall Street scambiano in rialzo, snobbando i dati sottotono e aggiornando i record storici siglati nella seduta precedente.
Brusca reazione invece per il dollaro, con l’EUR/USD risalito repentinamente a 1,128 e il cambio USD/JPY sprofondato fino a 110,4. Fra le materie prime il petrolio continua a scambiare in territorio negativo scontando anche la decisione di Trump di non rispettare gli accordi ambientali di Parigi. Una scelta che fa pensare ad un ulteriore incremento della produzione americana, spingendo Wti e Brent in ribasso di circa due punti percentuali rispettivamente a 47,6 e a 49,6 dollari al barile. In rialzo invece l’oro, che approfitta della debolezza del biglietto verde per risalire a 1.278 dollari l’oncia.
Sul mercato obbligazionario, dopo i dati macro sottotono, fioccano gli acquisti sul T-Bond statunitense, il cui rendimento cala rapidamente di 6 punti base al 2,15 per cento. Per quanto riguarda l’Italia, il rendimento del Btp decennale si attesta al 2,25% con un differenziale dal Bund che si riavvicina pericolosamente a quota 200 punti base attestandosi a 197 punti.
A Piazza Affari spicca la performance di PRYSMIAN (+3,8%) dopo la promozione da ‘neutral’ a ‘buy’ da parte di Goldman Sachs con target price elevato da 27 a 30 euro. Bene anche RECORDATI (+3,6%) e FERRAGAMO (+1,8%).
Tonica ATLANTIA (+1,6%) che beneficia ancora in parte delle dichiarazioni di ieri del presidente di Abertis, secondo cui il mercato accetterà la proposta del Gruppo italiano e difficilmente ci sarà opposizione da parte del governo spagnolo. Acquisti anche su ITALGAS (+1,2%), ancora sostenuta dal piano presentato mercoledì e giudicato positivamente dagli analisti.
Perdono terreno i bancari dopo gli acquisti della mattinata, con BANCO BPM (+0,1%), UNICREDIT (+0,2%) e INTESA (+0,7%) poco sopra la parità mentre BPER cede l’1,3 per cento. L’istituto di piazza Gae Aulenti ha raggiunto un accordo con Bank Pekao per la cessione di partecipazioni per complessivi 142 milioni.
Passa in negativo FCA (-0,4%) mentre salgono ancora EXOR (+1,1%) e FERRARI (+1,8%).
In lieve rialzo TELECOM ITALIA (+0,5%), reduce dalla nomina di Arnaud de Puyfontaine alla carica di presidente, con Giuseppe Recchi vice presidente. Resta da chiarire il nodo della partecipazione del 29,9% in MEDIASET (+1,6%) da parte del Gruppo francese, con quest’ultimo intenzionato a fare appello alla decisione dell’Agcom entro il 20 giugno.
Nel frattempo, la società di Cologno Monzese ha presentato un esposto all’Agcom contro il bando per i diritti televisivi 2018-2021 della Serie A.
Arretrati i petroliferi in scia al nuovo calo delle quotazioni del greggio con SAIPEM, che si è aggiudicata nuove commesse per 230 milioni di dollari in Mozambico, nel Mediterraneo e nel Mar Nero, a -0,5%, TENARIS a -0,4% ed ENI, che ha avviato il progetto Coral South in Mozambico, a -1,5 per cento. In rosso anche YNAP (-1,3%), UNIPOL (-1,3%) e MONCLER (-1,1%).
Fuori dal listino principale spicca il +3,9% di MAIRE TECNIMONT, dopo l’aggiudicazione di un contratto da 3,9 miliardi in consorzio con Sinopec.