Auto – Mix prodotto ed efficienza spingono i margini nel 1°trim.17

Nei primi tre mesi dell’esercizio il settore dell’auto ha visto ricavi a livello aggregato in crescita soprattutto grazie ad un solido trend della domanda in tutte le principali aree geografiche e ad un generale effetto prezzo positivo e dei cambi. I risultati più significativi sono stati registrati a livello di gestione operativa, riconducibili principalmente ad un miglioramento del mix prodotti, ad una maggiore efficienza ed alle azioni di ristrutturazione messe in atto da alcune società del comparto. La forte performance operativa ha così permesso un buon incremento degli utili, mentre dal lato patrimoniale l’indebitamento rispetto al 31 dicembre 2016 è aumentato soprattutto per effetto della stagionalità del business.

Il primo trimestre 2017 si è concluso con risultati nel complesso in miglioramento per il settore dell’auto italiano soprattutto a livello di gestione operativa, grazie a un positivo mix prodotto e alle azioni volte ad una maggiore efficienza messe in atto dalle società del comparto.

I ricavi sono cresciuti a livello aggregato del 4,9%, frutto principalmente del +4,1% segnato da Fca, che genera oltre il 90% del fatturato complessivo del settore. La casa di Detroit ha beneficiato soprattutto del buon andamento in area Emea (+11,7%) e della ripresa in sud America (+27,5%), oltre del boom di vendite di Maserati (+87%), mentre il nord America è rimasto sostanzialmente stabile.

Da segnalare inoltre l’ulteriore accelerazione di Ferrari (+21,6%), mentre nel segmento della componentistica è proseguito il trend di crescita di Brembo (+12,2%) e Sogefi (+12,6%) grazie al solido andamento in nord America, Europa ed Asia ed alla ripresa mostrata dal Brasile.

Sostanzialmente stabile il fatturato di Piaggio (+0,7%) con le buone performance nelle aree Emea e Americas controbilanciate dalla flessione in India e in Asia Pacific, mentre Landi Renzo (+12,6%) e Carraro (+1,8%) hanno mostrato segnali di recupero dopo un difficile 2016. Pininfarina, infine, è stata l’unica società ha registrare una flessione del fatturato (-14%), anche se il valore della produzione è aumentato del 18 per cento.

Per quanto riguarda la gestione operativa Ebitda ed Ebit sono cresciuti nel complesso del 27,1% e del 14,6% beneficiando di un generale miglioramento del mix prodotto e dell’effetto prezzi positivo, oltre che del completamento da parte di alcune società di operazioni di ristrutturazione organizzativa.

Spiccano in particolare le forti performance di Ferrari (+36% l’Ebitda e +46,3% l’Ebit) e Sogefi (+30% l’Ebitda e +38% l’Ebit). Il gruppo del Cavallino ha portato la propria marginalità a livello di Ebitda margin a sfiorare il 30% ed a livello di ros a superare il 20%, numeri paragonabili a società del lusso, mentre l’azienda di componentistica ha confermato l’efficacia delle azioni di turnaround intraprese dal management per migliorare la redditività e la generazione di cassa.

Crescita a doppia cifra anche per i margini di Brembo, che non ha risentito dei costi di start up dei nuovi impianti, e di Fca, grazie in particolare al forte miglioramento del mix prodotto. Da menzionare, infine, il miglioramento dei risultati di Carraro e Landi Renzo grazie ai piani di recupero di efficienza e di riorganizzazione, uniti ad una stabilizzazione dei costi.

La forte performance operativa ha poi consentito al comparto di chiudere il trimestre con un utile netto in crescita a livello aggregato del 37,5%, mentre dal lato patrimoniale l’indebitamento rispetto al 31 dicembre 2016 è aumentato di circa 500 milioni a 7 miliardi soprattutto per effetto della ciclicità del business.

Discorso a parte, infine, per Cnh che ha visto i propri risultati migliorare (+6% i ricavi e +11% l’Ebit) soprattutto grazie al buon andamento del business delle Macchine agricole, per effetto della ripresa della domanda in sud America e del perdurare dell’andamento positivo in area Apac. Le vendite sono state invece sostanzialmente stabili in area Nafta e leggermente in calo in Emea, dove ha scontato la debolezza della domanda solo parzialmente compensata da migliori prezzi netti.