Il Ftse Mib chiude appena sotto la parità (-0,1%) con uno stop nel finale risentendo anche dei dati peggiori delle attese sulle scorte settimanali di petrolio, aumentate di 3,3 milioni di barili, che hanno abbattuto le quotazioni dell’oro nero di oltre il 4% con le relative ripercussioni negative sui titoli del settore.
Rallentamento nel finale anche per il comparto bancario, che dopo discreti rialzi per gran parte di giornata sostenuto anche dalla rapidità del salvataggio dell’istituto spagnolo Banco Popular, arretra proprio prima della chiusura, riuscendo comunque a chiudere sopra la parità (+0,2%) ma appena sotto l’indice europeo (+0,9%).
Bene Unicredit (+1%) grazie anche al perfezionamento della cessione del 32,8% detenuto in Bank Pekao a due società polacche per 2,52 miliardi di euro.
In frazionale rialzo Bper (+0,2%), seppur rallentando prima della chiusura, dopo che l’Ad Alessandro Vandelli ha smentito la riunione del board il prossimo 13 giugno in cui si sarebbe dovuto discutere dell’acquisizione delle quote di Arca Sgr in mano alle venete. Si segnala che il manager ha però confermato l’intenzione di chiudere l’acquisto di Cariferrara entro fine giugno.
Indietreggia nel finale invece Ubi (-0,1%), dopo essere stata in territorio positivo per quasi tutta la seduta nel giorno in cui il consiglio di gestione ha dato avvio l’iter per la ricapitalizzazione da 400 milioni.
Tra le Mid Cap in evidenza Creval (+0,7%), la cui performance ha beneficiato anche della cessione di un portafoglio immobiliare per un controvalore di 115,4 milioni e che ha generato una plusvalenza di 70 milioni.