I titoli dell’istituto genovese segnano un rialzo del 4,7% in Borsa, dopo i cali delle sedute precedenti. Il cda di domani dovrà decidere se accogliere la richiesta di sfiducia nei confronti dell’ad presentata dal socio di maggioranza Vittorio Malacalza. In ogni caso è necessario che lo stallo non si protragga a lungo nell’interesse di tutti gli azionisti.
Inversione di rotta a piazza Affari per i titoli Carige, alla vigilia del redde rationem tra Vittorio Malacalza, l’azionista di maggioranza dell’istituto genovese, e l’amministratore delegato Guido Bastianini. Oggi alle 13:05 le azioni dell’istituto ligure segnano un rialzo del 4,7% a 0,21 euro, contro un indice del settore che sale dell’1,2 per cento.
Il rimbalzo viene dopo che i titoli Carige hanno perso il 10,6% nelle ultime cinque sedute, portando al 34,4% il calo da inizio anno. Domani il cda della banca sarà chiamato ad esprimersi sulla lettera di sfiducia inviata dal principale socio dell’istituto nei confronti dell’amministratore delegato. Una missiva che chiama gli altri consiglieri ad appoggiare la sua decisione, in caso contrario sarebbe Malacalza a lasciare le cariche.
La situazione appare molto tesa e sembra che i tentativi di mediazione tra le diverse posizioni non abbiano dato i frutti sperati. A testimonianza di queste voci sono arrivate ieri le dimissioni di Paola Girdinio, membro del consiglio di amministrazione in quota a Malacalza. Si tratta del quarto consigliere della lista del socio di maggioranza ad avere lasciato la carica. Nonostante questo, se si arrivasse alla conta dei consiglieri, Malacalza dovrebbe riuscire, seppur di misura, a ottenere la maggioranza qualsiasi posizione esprimano gli altri componenti del cda.
La scommessa della Borsa è che si arrivi a una soluzione che possa sbloccare il piano di salvataggio dell’istituto, fatto che va nell’interesse di tutti gli azionisti. Affinché ciò avvenga, l’ipotesi più probabile vede un passo indietro di Bastianini a favore di un nuovo manager, posizione per la quale circolano diversi nomi. A quel punto si potrebbe proseguire con il piano che prevede un aumento di capitale da 450 milioni, ma che secondo i rumor più recenti potrebbe essere innalzato a circa 600 milioni, e il conferimento di 2,4 miliardi di sofferenze a un veicolo finanziario le cui azioni sarebbero assegnate agli stessi azionisti di Carige. Su quest’ultimo passaggio, tuttavia, il nuovo manager dovrebbe intervenire per ridefinire i particolari esecutivi contestati da Malacalza.