Impiantistica – Ricavi e Ebitda stabili nel 1Q 2017

Nel primo trimestre del 2017 il fatturato complessivo realizzato dal settore ingegneria e impiantistica rimane sostanzialmente stabile a 6.312 milioni milioni (+0,5% a/a). La flessione del 2,4% delle sales di Leonardo e del 8,4% di Trevi è stata solo in parte controbilanciata dalla crescita delle altre società del comparto, in particolare Astaldi e Fincantieri in rialzo rispettivamente del 3% e del 5,3 per cento. Nel complesso stabile anche l’Ebitda a 648 milioni. L’indebitamento finanziario netto aggregato al 31 marzo 2017 ammonta a 6.551 milioni (-1,5% a/a) con il rapporto debt/equity stabile a 0,8 volte.

Ricavi: Nel primo trimestre 2017 le società del comparto Ing&Imp hanno realizzato ricavi a/a sostanzialmente stabili a 6.312 milioni (+0,5%).

Risultato influenzato negativamente dall’andamento di Leonardo-Finmeccanica e Trevi. La big cap dell’aerospazio e difesa infatti ha subito una flessione del fatturato nel periodo del 2,4% a 2.476 milioni per effetto della riduzione dei ricavi nel settore elicotteri, dovuta alle difficoltà del mercato civile causate dal perdurare della crisi dell’oil&gas e dell’impatto negativo del tasso di cambio. Cala il fatturato anche di Trevi che si fissa a 231,3 milioni (-8,4%). La contrazione dei ricavi è legata alla debolezza del segmento oil&gas, che riduce il contributo al 19% dei ricavi totali rispetto al 29% del primo trimestre dell’anno precedente in particolare a causa di Drillmec. Stabili i ricavi del settore fondazioni.

Fanno bene invece Astaldi e Fincantieri che crescono rispettivamente del 3% a 651,4 milioni e del 5,3% a 1.104 milioni. Il colosso romano delle costruzioni beneficia dell’andamento positivo dei ricavi nelle Americhe (Canada, Cile e Usa) e di un apporto stabile dall’Africa. Anche l’Italia evidenzia una crescita dell’11%, registrando un’inversione di tendenza rispetto al passato. Bene anche i mercati storici quali Turchia, Romania e Polonia. Fincantieri ha segnato il miglior risultato del settore ing&imp in termini di ricavi, aumentati del 5,3 per cento. Merito del business delle navi da crociera i cui volumi sono in continua crescita, con 13 unità lavorate nel primo trimestre 2017, rispetto alle 11 unità in costruzione nel primo trimestre 2016.

Ebitda: il comparto ha presentato un Ebitda a 648 milioni (-0,8% a/a). Il miglior risultato lo ha realizzato Fincantieri che ha visto l’Ebitda balzare del 31,4% a 67 milioni. Ancora una volta è la divisione shipbuilding a trainare i risultati societari con Ebitda per 55 milioni e redditività in rialzo del 6,4% (+230 basis point a/a). La marginalità del settore Shipbuilding ha infatti confermato il trend positivo iniziato nel 2016, registrando un ulteriore miglioramento dovuto alla tenuta dei programmi produttivi dell’area di business delle navi da crociera con la consegna, nel rispetto delle tempistiche contrattuali, di tre navi da crociera nei primi mesi dell’anno.

In lieve crescita anche il margine lordo di Leonardo (+1,2% a 330 milioni) e Prysmian a 154 milioni (+2,7%). Il calo dei ricavi della multinazionale milanese non ha infatti inciso sui margini, che si confermano stabili con un rapporto Ebitda rettificato su ricavi all’8,3 per cento. Dallo spaccato dei business emergono in particolare la tenuta della profittabilità di Energy Projects, con un miglioramento dei margini, e la crescita significativa del Telecom.

In calo invece l’Ebitda di Astaldi e Trevi, rispettivamente a 85 milioni (-5,9% a/a) e a 11,8 milioni (-66,9% a/a). Per quanto riguarda il colosso delle costruzioni romano il calo è legato al riposizionamento strategico del portafoglio su Paesi con un profilo di rischio operativo più basso (come da piano strategico). Trevi incece soffre il calo dei volumi, unitamente a una minore profittabilità derivante da un differente mix di commesse in lavorazione nel Settore Fondazioni.

Rapporto Debt/Equity: Invariato il ratio Debt/Eqity a 0,8 volte, evidenziando nel complesso una buona solidità patrimoniale del settore. In particolare a ridurre il livello di indebitamento finanziario netto sono state soprattutto le big cap.