Mercati – Cresce la pattuglia dei titoli del Ftse Mib che possono salire

Smaltita la sbornia dei conti del primo trimestre 2017, il confronto tra le quotazioni di Borsa delle 40 società che compongono il Ftse Mib e i rispettivi target price medi a un anno (calcolati da Bloomberg sulla base dei report degli analisti) può fornire una qualche indicazione su come potrebbero muoversi i principali titoli di Piazza Affari da qui ai prossimi mesi.

Senza dimenticare che le azioni sono influenzate, oltre che da variabili strettamente legate al business delle singole aziende, anche da una moltitudine di altre variabili. Tra queste rivestono un ruolo fondamentale le mosse di politica monetaria delle principali banche centrali, con la Bce che si riunisce oggi e la Federal Reserve a metà della prossima settimana, ma anche la situazione politica all’interno dei singoli Paesi, con le elezioni di oggi in Gran Bretagna, quelle dell’11 e 18 giugno in Francia, del 24 settembre in Germania e probabilmente in autunno in Italia.

Tornando al listino milanese, il principale indice azionario ha registrato da inizio anno una performance del +7,8% (escludendo il contributo dei dividendi che, relativamente allo seduta dello scorso 22 maggio in cui i principali titoli hanno staccato la cedola, è di circa l’1,5%), rimanendo così dietro i panieri delle altre principali borse europee e di Wall Street. Solo l’indice inglese Ftse ha fatto peggio con un rialzo limitato al 4,7 per cento. Nel complesso, ben 30 titoli del Ftse Mib sono su livelli superiori a quelli rilevati lo scorso 30 dicembre, mentre 10 sono su livelli inferiori.

Da sottolineare che rispetto alla precedente rilevazione del 25 aprile scorso, il principale indice azionario italiano è rimasto praticamente invariato (-0,3%), con solo 5 titoli che hanno registrato variazioni percentuali di prezzo superiori all’1 per cento. Per gli altri 35 titoli ha prevalso la lettera dato che 22 hanno portato a casa una performance negativa (bancari, assicurativi, petroliferi e lusso) e solo 13 (in prevalenza utility, ma non solo) hanno fatto felici i propri azionisti. Tra questi ultimi spiccano i rialzi a doppia cifra di Ferrari (+18,7%), Atlantia (+14,7%), Campari (+13,9%) e Terna (+10,9%).

Per quanto riguarda l’andamento dei target price medi a un anno calcolati da Bloomberg sulla base dei report degli analisti, delle 40 società del Ftse Mib nel periodo compreso tra la chiusura di ieri e lo scorso 25 aprile si osserva che per 29 titoli i prezzi obiettivi medi sono stati rivisti al rialzo sulla scia dei positivi risultati del periodo gennaio-marzo dell’anno in corso, per 7 sono rimasti sostanzialmente invariati e solo per 4 sono stati tagliati al ribasso.

Procedendo poi al confronto tra questi nuovi target price medi e le rispettive quotazioni di Borsa rilevate ieri, emerge che 34 titoli (erano 22 lo scorso 25 aprile) sono sottovalutati se si prende come riferimento il prezzo obiettivo medio dei broker, 1 Big Cap (erano 5 nella precedente rilevazione) tratta in linea con i rispettivi target price medi, mentre le altre 5 azioni (erano 12 lo scorso 25 aprile) scambiano su livelli superiori ai rispettivi prezzi obiettivo medi.

In questo ultimo caso, è necessario sottolineare che la sopravvalutazione che il mercato attribuisce ad alcuni titoli può dipendere dal fatto che le attuali stime degli analisti (anche se sono state riviste al rialzo) non riflettono integralmente variabili che incideranno positivamente sui risultati futuri e che, invece, sono già considerate dal mercato. A questo proposito è interessante esaminare di nuovo il caso di STMicroelectronics che, dopo la strabiliante performance borsistica del 2016 (+72,4%), ha iniziato bene anche l’anno in corso con un balzo del 39,4 per cento. A seguito di questa corsa, proseguita anche se a ritmo decisamente inferiore nell’ultimo mese a mezzo, le azioni del leader europeo dei chip scambiano l’8,3% sopra il rispettivo target price medio, nonostante quest’ultimo sia stato rivisto al rialzo del 4,4% rispetto allo scorso 25 aprile.

Tra i titoli che potenzialmente, sulla base dei target price dei broker, hanno i maggiori margini di crescita all’interno del Ftse Mib ci sono ancora una volta Yoox Net-a-Porter e Telecom Italia. In entrambi i casi, le azioni hanno portato a casa una pessima performance nel 2016 e da inizio anno stanno registrando un andamento peggiore rispetto a quello del Ftse Mib. La sottovalutazione di questi due titoli potrebbe derivare dal fatto che gli analisti non stanno prendendo in considerazione dei fattori negativi che, invece, il mercato ha già riflesso nelle attuali quotazioni. Nel caso particolare di Telecom Italia, si osserva che i corsi non riescono a spiccare il volo, nonostante gli ultimi risultati trimestrali siano stati superiori alle attese. Da segnalare poi Bper, per il quale gli analisti indicando un target price medio a 12 mesi di 5,56 euro, sostanzialmente invariato rispetto a quello raccolto lo scorso 25 aprile. Alla luce di una discesa delle quotazioni del 14,4% nello stesso orizzonte temporale, il potenziale rialzista per i titoli dell’istituto di credito guidato da Alessandro Vandelli è così arrivato al 30,6 per cento.