Banche Venete – Si ragiona su un salvataggio di sistema

Prende corpo l’ipotesi di un intervento da parte delle banche italiane per farsi carico della quota da 1,2 miliardi di fondi privati richiesti dalla Commissione Europea per dare il via libera alla ricapitalizzazione delle due banche venete da parte dello Stato. L’idea di fondo è che il salvataggio dei due istituti sarebbe meno oneroso per il sistema di una procedura di bail-in. In questo caso, l’ammontare dei depositi garantito dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi a carico delle banche è pari a 11 miliardi.

Trovano conferma le voci di una possibile soluzione di sistema per chiudere il cerchio della ricapitalizzazione delle banche venete. Secondo questa ipotesi, gli istituti di credito italiani si potrebbero fare carico su base volontaria della quota, al momento fissata in 1,2 miliardi, dei nuovi mezzi finanziari da immettere in Veneto Banca e in Banca Popolare di Vicenza, che dovranno essere finanziati dai privati.

Ieri il direttore generale di Unicredit, Gianni Franco Papa, ha ammesso che “si sta lavorando per trovare una soluzione”. Secondo fonti di stampa, l’idea potrebbe essere stata avanzata proprio da Jean Pierre Mustier, Ad di Unicredit, dopo aver sondato l’opinione di alcuni investitori istituzionali e rimarcato i vantaggi derivanti dal prevenire una catastrofe peggiore.

La Borsa non ha reagito male alla notizia, che, se realizzata, implicherebbe maggiori costi sui bilanci 2017 per le banche. L’indice Ftse Italia Banche segna un +0,9% alle 9:50, mentre Unicredit sale dello 0,9% a 16,16 euro e Intesa guadagna l’1% a 2,95 euro.

Secondo alcune stime circolate ieri, il costo per il sistema bancario derivante dal bail-in dei due istituti veneti potrebbe arrivare a 11 miliardi, cifra che rappresenta la quota dei depositi assicurata dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi a carico di tutte le banche. Di fronte a questi valori spartirsi una ricapitalizzazione da 1,2 miliardi sembrerebbe un male minore.

Sulla base di questo ragionamento, si sono svolti a inizio settimana alcuni incontri separati tra gli amministratori delegati delle due principali banche italiane, Unicredit e Intesa, ed il premier Paolo Gentiloni insieme al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per vagliare la questione. L’idea è che le due banche più importanti possano supportare tale proposta, dando la propria adesione, per poi cercare di coinvolgere tutte le altre banche su base volontaria di modo da poter ripartire l’impegno finanziario.

Per quanto riguarda la cifra in questione, proseguono le trattative per poter abbassare l’ammontare di 1,2 miliardi richiesto ai privati anche, se, ultimamente, hanno iniziato a circolare voci che un ulteriore allungamento dei tempi potrebbe far deteriorare la situazione, rendendo necessario un apporto di capitale superiore al previsto.

Martedì prossimo è previsto il cda delle due banche venete dal quale potrebbero emergere dettagli sulle trattative in corso. Nella stessa giornata si riunirà anche il board di Intesa alla cui attenzione potrebbe essere portata anche la questione, mentre ieri si è già riunito quello di Unicredit che è stato messo al corrente da Mustier sui colloqui in corso.