Edison – Più downstream e più Italia nel futuro

Dal 2012 Edison è partecipata al 97,4% dal colosso Électricité de France (EDF), di cui è una società core. EDF ha infatti sottolineato più volte che l’Italia è fra i tre paesi strategici per il gruppo (Belgio, Regno Unito), oltre naturalmente alla Francia.

Edison è operativa lungo tutta la catena del valore dell’elettricità e del gas: parte dall’upstream fino al downstream, passando per il midstream, senza dimenticare la crescita nel settore delle energie rinnovabili.

MODELLO DI BUSINESS

Upstream

Edison_VegaLa società guidata da Marc Benayoun è attiva nelle attività di esplorazione, estrazione e produzione (E&P) di idrocarburi, con riserve sia di petrolio sia di gas per 40,4 miliardi di metri cubi. L’anno scorso la società ha prodotto 1,9 miliardi di mc di gas e 4,1 milioni di barili equivalenti di petrolio, per una media di 44mila barili equivalenti al giorno.

Edison ha 110 concessioni minerarie in Italia e all’estero, principalmente in Egitto e nel Bacino del Mediterraneo e nel Mare del Nord. La presenza geografica della società è perciò abbastanza diversificata, anche se per quanto riguarda le linee strategiche c’è l’intenzione di procedere a una focalizzazione delle attività di E&P, con una riduzione degli investimenti a favore del downstream e delle energie rinnovabili.

Nell’upstream non rientra sono l’E&P di idrocarburi, ma anche la produzione di energia elettrica. Edison è presente con un portafoglio di 6,5 GW installati sia nel settore termoelettrico (4,7 GW) con impianti efficienti e flessibili sia nell’idroelettrico (1,1 GW) sia nell’eolico (0,6 GW), per una generazione complessiva che nel 2016 è stata di 20,4 TWh, pari a oltre il 7% della produzione nazionale totale. Questo fa di Edison il 3° operatore in Italia dopo i colossi Enel ed Eni (Fonte: AEEGSI 2015).

Midstream

Importante è l’attività di importazione di gas: Edison è il 2° importatore in Italia con una quota di mercato di circa il 20% dei volumi totali. Entrando nel dettaglio, la società controllata da EDF ha quattro contratti a lungo termine di importazione per un totale di 14,4 miliardi di mc l’anno, di cui 6,4 provenienti dal Qatar.

Quest’ultimo contratto scade nel 2034 e riguarda gas naturale liquefatto che Edison rigassifica presso il terminale di Rovigo nell’alto Adriatico, in cui Edison ha una partecipazione di circa il 7% e la disponibilità dell’80% della capacità. La società ha poi contratti di importazione dalla Russia con Promgas per 2 miliardi di mc che scade nel 2019, dalla Libia con ENI per 4 miliardi di mc che scade nel 2028 e un altro contratto di importazione dall’Algeria con Sonatrach per 2 miliardi di mc che scade nel 2019.

Le rinegoziazioni dei contratti di importazione di gas a lungo termine, in cui Edison è stata coinvolta dal 2012 al 2016, hanno permesso alla società di allineare il prezzo di importazione alle condizioni di mercato riducendo la volatilità dei risultati e riportando i margini della filiera idrocarburi già l’anno scorso a livelli ragionevoli [Edison – L’Ebitda centra la guidance e perdita più che dimezzata nel 2016].

Con l’obiettivo di sostenere la sicurezza e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas per il nostro Paese, Edison è inoltre impegnata nello sviluppo di nuove infrastrutture di importazione di gas nell’ambito del cosiddetto “Corridoio Sud”, che include i gasdotti Poseidon ed Eastmed e l’interconnettore Grecia-Bulgaria (IGB).

L’altra attività che riguarda il midstream è l’ottimizzazione delle importazioni di gas a lungo termine e degli acquisti spot, nonché la politica di produzione e di approvvigionamento sul mercato elettrico. A tal proposito, si evidenzia che il miglioramento della gestione del portafoglio impianti in un mercato complesso, regolamentato e in evoluzione sicuramente crea valore.

Downstream

La vendita di gas ed elettricità ai clienti è l’attività che la nuova strategia mira a espandere e rendere più importante. Oggi Edison ha 1,1 milioni di clienti e con Fenice vuole sviluppare anche le attività di efficienza energetica e servizi energetici a valore aggiunto.

 

LINEE STRATEGICHE

L’integrazione verticale e la presenza lungo tutta la filiera dell’energia è e rimane un valore, un punto di partenza per Edison. La società evidentemente dovrà evolversi in funzione della trasformazione del mercato, quindi l’obiettivo sarà sviluppare in futuro maggiormente le attività downstream e concentrarsi un po’ di meno nell’upstream. Il cambiamento di strategia mira a inserirsi in una trasformazione che sta investendo il settore.

Alla luce dell’evoluzione del mercato, si è reso necessario compensare la forte presenza di Edison nell’upstream sviluppando il downstream e avere, quindi, un utilizzo di quanto viene prodotto. E tutto ciò anche in un’ottica di ribilanciamento dell’immagine e dei rischi: essere maggiormente esposti al downstream significa ridurre l’esposizione di Edison alle fluttuazioni dei prezzi energetici tipica dell’upstream.

Inoltre, con la trasformazione del consumatore, che può diventare a propria volta produttore, occorre sviluppare anche tutta la dimensione dei servizi energetici. Non basta più, infatti, fornire la commodity, ma bisogna mettere il cliente al centro e offrirgli anche i servizi a elevato valore aggiunto (domotica con Edison World, polizza con Assistenza Casa e i servizi di efficienza energetica con Fenice); il che permette, inoltre, di essere riconosciuti come operatore significativo del mercato e fidelizzare la clientela.

LEVE

Questa grande sfida sarà affrontata attraverso la crescita sia organica sia esterna, cogliendo:

  • expertise interna;
  • maggiori clienti con l’offerta servizi alternativi;
  • opportunità interessanti che potrebbero derivare dalla liberalizzazione del mercato (slittata al 2019);
  • opportunità presenti sul mercato attraverso operazioni di M&A, come nel caso delle recenti acquisizioni nel settore dei servizi energetici con Comat Energia e nei servizi al consumatore con Assistenza Casa;

I tempi di questi piani di sviluppo saranno coerenti con l’evoluzione della regolamentazione (in particolare la liberalizzazione del mercato della tutela) e con l’evoluzione del mercato.

ENERGIE RINNOVABILI

Un altro filone su cui Edison punta a crescere è quello delle energie rinnovabili, in linea con la strategia definita da EDF  CAP2030. Il gruppo italiano ha l’obiettivo di raggiungere il 40% di energia prodotta da fonti “green” (nel 2016 questa percentuale era poco sotto il 20%).

In questo obiettivo strategico rientra lo sviluppo del mini-idroelettrico e dell’eolico. Con riferimento a quest’ultimo comparto, si ricorda che a dicembre 2016 Edison si è aggiudicata 153 MW eolici incentivati che andrà a sviluppare nei prossimi anni.

Edison punta a diventare operatore leader nel settore delle energie rinnovabili in Italia. In questo ambito, la dimensione raggiunta nel settore e le competenze distintive di energy management, anche nell’ottica di un portafoglio diversificato dal punto di vista della tecnologia (termoelettrico, idroelettrico ed eolico), rappresenta un punto di forza per Edison.

Per quanto riguarda l’OPA su Alerion Clean Power, per Edison è stata un’operazione importante. Al momento l’obiettivo è fare tutto ciò che serve per creare valore per Alerion e per gli azionisti anche attraverso la presenza nel Consiglio di Amministrazione di questa società.

INVESTIMENTI

Nel 2016 gli investimenti sono stati pari a circa 400 milioni, di cui circa due terzi nel settore idrocarburi (prevalentemente E&P) e un terzo nel settore elettrico. Edison non ha comunicato un piano di investimenti, ma l’obiettivo futuro è una rifocalizzazione dei futuri investimenti sulle rinnovabili e nel downstream, principalmente in Italia.

EBITDA 2017, QUOTAZIONE E STRUTTURA FINANZIARIA

Edison conferma l’indicazione relativa all’Ebitda di almeno 650 milioni per il 2017.

Nel breve termine EDF non ha intenzione di procedere a un’apertura del capitale. Si ricorda che al momento Edison ha quotate solo le azioni di risparmio, non quelle ordinarie.

Al 31 marzo 2017 l’indebitamento finanziario netto del gruppo Edison è sceso per la prima volta sotto il miliardo (934 milioni), quasi tutto a tasso variabile. Pertanto, c’è la flessibilità finanziaria tale da sostenere gli investimenti futuri. Ad aprile 2017 la società ha sottoscritto due linee di credito revolving con scadenza a due anni: la prima con EDF per 600 milioni (rinnovandone una identica giunta a scadenza) e la seconda di back-up con un ristretto numero di banche italiane per 300 milioni. Si segnala, infine, che a novembre scade il bond di 600 milioni.