Apertura in rialzo per i listini europei nel day after delle elezioni nel Regno Unito, che hanno visto il partito conservatore di Theresa May prevalere ma senza la maggioranza assoluta auspicata. Uno scenario che potrebbe portare persino alle dimissioni del premier, anche se l’ipotesi più probabile sembra la creazione di un governo di coalizione. Nel frattempo, i listini sembrano festeggiare il possibile rallentamento del processo di Brexit.
Intorno alle 9:20 il Ftse Mib di Milano avanza dello 0,9% tornando in area 21.225 punti. Bene anche il Cac 40 di Parigi (+0,9%), l’Ibex 35 di Madrid (+0,8%), il Dax di Francoforte (+0,7%) e il Ftse 100 di Londra, che guadagna l’1% agevolato soprattutto dalla svalutazione della sterlina.
In scia all’esito delle urne, infatti, la divisa britannica ha perso repentinamente circa due punti percentuali scendendo a 1,27 nei confronti del dollaro, mentre il cross EUR/GBP si è arrampicato velocemente sopra 0,88. L’euro/dollaro invece scambia poco mosso in area 1,12, dopo che ieri la Bce ha tagliato le stime di inflazione per il triennio 2017-2019 alzando però le proiezioni sul Pil.
Sul fronte macroeconomico, sono attesi oggi i dati sulla produzione industriale francese e britannica di aprile, quelli italiani sulla disoccupazione trimestrale e, dagli Stati Uniti, i numeri definitivi di aprile sulle scorte all’ingrosso.
Tra le materie prime il petrolio continua a perdere terreno con Wti e Brent a 45,5 e a 47,7 dollari al barile, sempre penalizzati dall’aumento delle scorte di mercoledì. In calo anche i metalli preziosi, con l’oro a circa 1.273 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund resta poco mosso in area 191 punti base con il rendimento del decennale italiano al 2,16%, dopo il calo di oltre dieci punti di ieri innescato dallo stallo sulla legge elettorale che ha allontanato le elezioni. È attesa, inoltre, oggi la revisione del giudizio sul merito creditizio italiano da parte di Moody’s.
A Piazza Affari partenza sprint di UBI, sospesa con un rialzo di quasi 7 punti percentuali. Ieri l’istituto ha comunicato le condizioni relative alla ricapitalizzazione fino a un massimo da 400 milioni, varata per mantenere il Cet1 ad un livello superiore all’11% nell’ambito dell’acquisto delle tre Good Bank conclusosi lo scorso 10 maggio.
Toniche tra i bancari anche BANCO BPM (+2,2%), INTESA (+1,6%) e UNICREDIT (+1,3%), con le ultime due che starebbero ricevendo pressioni dal Governo per dare il proprio assenso al finanziamento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, con un effetto a catena sulle altre banche.
Fra gli industriali rialzo di STM (+1,8%), nella moda rimbalzo di FERRAGAMO (+0,9%) reduce da una seduta pesante in scia ai recenti downgrade di MainFirst e Kepler Cheuvreux.
Scivola in fondo al listino principale CAMPARI con un ribasso del 2 per cento.