Il cda ha deliberato a maggioranza la sfiducia all’Ad Guido Bastianiani. Ora Carige deve procedere ad una corsa contro il tempo per ridefinire la governance e al contempo rispettare le scadenze in termini di rafforzamento patrimoniale e riduzione degli npl, secondo quanto concordato con le autorità. Bce e Bankitalia hanno scritto alla vigilia del cda per richiamare la banca ad attenersi degli impegni.
Approvata a maggioranza la sfiducia all’Ad di Carige Guido Bastianini, proposta da Vittorio Malacalza, azionista di maggioranza dell’istituto ligure.
Il cda di venerdì scorso si è spaccato sulla decisione di togliere le deleghe al numero uno della banca, che ricopriva anche il ruolo di direttore generale, ma alla conta i voti contrari sono risultati superiori: 8 contro 4.
Al momento, quindi, la banca si trova senza amministratore delegato. Il cda nello stringato comunicato ha sottolineato di avere “deliberato di attivare senza indugio tutte le azioni dirette alla definizione del nuovo assetto di governance”. Nella speranza che si riesca a trovare un consenso sui prossimi passi da fare.
Secondo indiscrezioni di stampa, infatti, le decisioni dei singoli membri del cda sono state in parte autonome rispetto alla lista di appartenenza. A favore della sfiducia avrebbero votato, oltre allo stesso Malacalza, al presidente Giuseppe Tesauro altri sette membri, tra cui uno della lista degli azionisti Volpi-Spinelli che, invece, avevano dato la fiducia a Bastianini. D’altro canto anche un consigliere espressione di Malacalza avrebbe, invece, accordato la fiducia. Secondo alcuni rumor di stampa, i consiglieri che sostengono Bastianini potrebbero pensare di rassegnare le dimissioni.
Per il momento, la tabella di marcia prevede che oggi si riunisca il comitato nomine per individuare un dirigente di Carige in posizione apicale a cui affidare il ruolo di dg e le deleghe ad interim finché non sarà individuato il nuovo Ad.
Le decisioni, tuttavia, dovranno essere prese con una certa rapidità data la delicata situazione in cui si trova Carige a metà del guado della realizzazione del piano di risanamento che prevede un deconsolidamento delle sofferenze ed un aumento di capitale.
Alla vigilia del cda che ha votato la sfiducia sarebbero arrivate a Genova due lettere, una da parte della Bce e una da Bankitalia, che ribadiscono la necessità che la banca rispetti le scadenze previste in termini di riduzione dei crediti deteriorati e rafforzamento patrimoniale. Un’urgenza di cui il cda di Carige è consapevole. Nella nota emessa dopo la riunione, il board sottolinea di aver “ribadito la volontà di procedere all’attuazione del piano strategico a suo tempo deliberato per il raggiungimento degli obiettivi prefissati in piena conformità alle indicazioni fornite dall’Autorità di Vigilanza”.