Il Ftse Mib inizia l’ottava in calo dell’1% anche a causa del dato deludente sulla produzione industriale nonché dell’apertura sotto tono di Wall Street, a sua volta penalizzata in particolare dai titoli del settore tecnologico.
A contribuire alla performance del listino anche la giornata incolore del comparto bancario dopo un inizio positivo, con l’indice che termina a -0,6% ma tenendo meglio dell’indice europeo (-1,4%). Il settore risente parzialmente anche dell’incertezza che accompagna il salvataggio delle due banche venete.
Dopo il balzo del 4,8% della scorsa ottava, ancora in evidenza Ubi (+3,8%) nel giorno in cui è partita la ricapitalizzazione da 400 milioni varata nell’ambito dell’acquisto delle tre Good Bank, che diversi analisti hanno consigliato di sottoscrivere. In questo primo giorno sia le azioni, che quotavano ex diritto, sia i diritti hanno riscosso un buon successo.
Parziali prese di profitto su Unicredit (-1,1%) dopo il guadagno del 4,1% messo a segno la settimana precedente. Si segnala che la banca di piazza Gae Aulenti ha lanciato un bond in dollari per l’ammontare di un miliardo.
In calo Bper (-2,1%) nonostante abbia ricevuto dall’Antitrust il via libera per l’acquisto di Cariferrara, che dovrebbe completarsi entro fine giugno.
Vendite anche su Banco Bpm (-2,3%) con il mercato che non ha tenuto ancora conto dell’imminente cessione del pacchetto da 750 milioni di npl ad un prezzo pari al 34,6% del nominale, che dovrebbe ricevere il via libera definitivo dal cda di oggi.
Tra le Mid Cap segno meno per Credem (-1,3%) dopo che l’agenzia Moody’s ha ridotto il rating sui depositi a lungo termine da ‘A3’ a ‘Baa1’.
Tra le Small Cap Carige lascia sul terreno il 3,3% dopo che cda venerdì ha votato a maggioranza la revoca delle deleghe all’Ad Guido Bastianini, creando un vuoto al vertice della banca. L’istituto ligure ha precisato che andrà comunque avanti nel piano predisposto per il rilancio della banca, anche su input della vigilanza.