Chiusura in rosso per le borse europee complice anche l’andamento negativo di Wall Street, con le vendite che tornano a colpire in particolare i tecnologici. A Milano il Ftse Mib si risolleva dai minimi intraday, terminando comunque le contrattazioni in calo dello 0,5% a 20.847 punti. In ribasso anche il Dax di Francoforte (-0,9%), il Ftse 100 di Londra (-0,7%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,6%) e il Cac 40 di Parigi (-0,5%).
Sul sentiment dei mercati hanno contribuito le novità sullo scandalo Russiagate trapelate nella notte, secondo cui Donald Trump potrebbe essere incriminato per ostruzione alla giustizia, alimentando così il rischio di impeachment.
Ieri invece la Fed ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base come da pronostici, adottando però un atteggiamento più ‘hawkish’ del previsto. Nonostante i recenti dati macro negativi, infatti, la banca centrale ha confermato un ulteriore rialzo nel 2017 e altri tre all’anno nel 2018 e nel 2019, fornendo inoltre indicazioni sull’inizio del proprio programma di riduzione del proprio bilancio da 4.500 miliardi di dollari già a partire dall’appuntamento di settembre.
Toni di cui ha beneficiato in primis la moneta americana con l’euro/dollaro sceso a 1,115 e il dollaro/yen salito a 110,6, mentre è stato penalizzato l’oro, tornato in area 1.250 dollari l’oncia.
In recupero la sterlina (GBP/USD a 1,277 ed EUR/GBP a 0,874), che rimonta dai minimi intraday toccati in scia ai dati deludenti sulle vendite al dettaglio di maggio in Uk dopo l’atteggiamento più restrittivo mostrato dalla Bank of England. Sebbene l’istituto centrale abbia lasciato invariati i tassi, infatti, tre membri del comitato di politica monetaria hanno votato per un incremento del costo del denaro.
Tra le materie prime ancora debole il petrolio dopo il tonfo di ieri seguito alla pubblicazione dei dati sulle scorte Usa, con il Brent (-0,2%) a 46,9 dollari e il Wti (-0,5%) a 44,5 dollari.
Sull’obbligazionario, infine, si restringe ulteriormente lo spread Btp-Bund, che scende sotto quota 170 punti base con il rendimento del decennale italiano all’1,97 per cento.
Tornando a Piazza Affari, scivola in fondo al listino SAIPEM (-3,6%), seguita da BANCA GENERALI (-3,1%) ed ITALGAS (-3%). Vendite anche su STM (-2,5%), LEONARDO (-2,5%) e BUZZI (-1,8%), che pagano in parte lo scenario di incertezza politica negli Stati Uniti data la forte esposizione al mercato americano.
Debole anche il comparto bancario ad eccezione di UBI (+1,6%) che recupera nel finale riuscendo a chiudere in positivo, mentre arretra FCA (-1,3%) dopo l’annuncio del richiamo volontario di circa 209 mila veicoli in Nord America.
In controtendenza infine FERRAGAMO (+1,7%), CAMPARI (+2,1%) e soprattutto CNH (+3%) che balza in cima al Ftse Mib dopo che Equita ha migliorato la raccomandazione sul titolo da ‘hold’ a ‘buy’ e migliorato il target price da 9 a 11,8 euro.