Piazza Affari limita le perdite registrate in avvio, con il tentativo di rimonta frenato dalla debolezza dei petroliferi. Intorno alle 12:00 il Ftse Mib arretra dello 0,5%, facendo comunque meglio del Dax di Francoforte (-0,8%), del Ftse 100 di Londra (-0,8%), del Cac 40 di Parigi (-0,9%) e dell’Ibex 35 di Madrid (-1,1%).
All’indomani della decisione della Fed di alzare i tassi di interesse e della conferma di un ulteriore rialzo quest’anno e altri tre all’anno nel 2018 e nel 2019, l’euro/dollaro scende in area 1,118 e il dollaro/yen risale a 109,7, beneficiando anche della revisione delle stime sul Pil Usa per l’anno in corso al 2,2 per cento.
In retromarcia la sterlina (GBP/USD a 1,27), in attesa dell’annuncio sui tassi della Bank of England, in scia ai dati deludenti sulle vendite al dettaglio in Gran Bretagna, calate a maggio dell’1,2% rispetto al -0,8% del consensus e contro il +2,5% di aprile (rivisto al rialzo da +2,3%).
Per quanto riguarda l’Italia, a maggio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,2% su base mensile e registra un aumento dell’1,4% rispetto a maggio 2016 (+1,9% ad aprile 2017), confermando la stima preliminare.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce invece dello 0,1% su base mensile e cresce dell’1,6% su base annua (la stima preliminare era +1,5%), da +2% di aprile 2017.
Infine, l’inflazione acquisita per il 2017, ossia la crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno, è pari a +1,2% per cento.
Il rendimento del Btp risale di circa 6 basis point al 2%, riportando lo spread con il Bund in area 175 punti base.
Tornando a Piazza Affari, ancora deboli i petroliferi a partire da SAIPEM (-2,8%), in scia al tonfo di ieri del petrolio. Giù anche TENARIS (-1,3%) ed ENI (-0,9%) con il Brent tornato a 47 dollari e il Wti sceso sotto quota 45 dollari.
Tra i più colpiti dalle vendite anche alcuni dei titoli maggiormente esposti in Usa, in seguito alle novità sullo scandalo Russiagate che riportano l’attenzione sul possibile impeachment del Presidente Trump, indagato per ostruzione alla giustizia. In calo in particolare BUZZI (-1,5%), LEONARDO (-1,3%) e STM (-2,2%).
Incerti i bancari, con il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che ha escluso il ricorso al bail-in per le venete intravedendo due scenari possibili, la ricapitalizzazione precauzionale con burden sharing a carico di azionisti e obbligazionisti subordinati o l’investimento volontario da parte delle banche eventualmente interessate. In ribasso UBI (-0,9%), UNICREDIT (-0,3%) e BANCO BPM (-1,2%), mentre scambiano poco sopra la parità INTESA (+0,3%) e BPER (+0,1%).
In netta controtendenza, infine, FERRAGAMO (+2,1%) e CNH (+3,7%), con quest’ultima che beneficia della revisione al rialzo da parte di Equita del giudizio da ‘hold’ a ‘buy’ con un target price passato da 9 a 11,8 euro.