Il Ftse Mib termina l’ottava in calo del dello 0,9% scontando anche gli effetti dell’andamento negativo di Wall Street, a sua volta penalizzato dai ribassi dei titoli tecnologici e dalla possibile incriminazione del presidente Donald Trump per ostacolo alla giustizia nell’ambito del Russiagate.
Il listino risente anche delle vendite sul comparto bancario, che chiude la settimana con un -1,7% ma facendo meglio dell’indice europeo (-3%). Il settore è stato rallentato anche dalle incertezze relative alle modalità e ai tempi di salvataggio delle banche venete, nonché dalla complicazione dell’ultimo minuto relativa al riasesetto di Mps.
Andamento in controtendenza per Ubi con uno scatto del 6,1% nella settimana in cui ha avviato la ricapitalizzazione da 400 milioni, varata nell’ambito dell’acquisto delle tre Good Bank. Le azioni hanno beneficiato dei giudizi positivi di diversi analisti con la conferma di diversi ‘buy’ e che, inoltre, hanno suggerito di sottoscrivere l’aumento di capitale.
Le parziali prese di profitto hanno condizionato Unicredit (-2,7%) dopo il balzo di oltre il 4% della settimana prima. Tuttavia, la banca guidata da Jean Pierre Mustier continua a godere della fiducia degli investitori, testimoniata dal successo nel collocamento di un bond da 1 miliardo di dollari.
Riguardo all’istituto di piazza Gae Aulenti, il mercato resta in attesa di sapere se e come parteciperà, così come Intesa (-1,2%), al riassetto delle banche venete.
Bper arretra del 5,1% con le azioni che non hanno beneficiato dell’avvicinarsi del closing per l’acquisizione di Cariferrara e delle quote di Arca in mano alle banche venete, i cui dettagli dovrebbero essere esaminati nel cda che sarebbe stato fissato il 20 giugno.
Indietreggia anche Banco Bpm (-5,5%) nonostante la cessione pro-soluto del pacchetto da 693 milioni di npl ad un prezzo superiore rispetto a quanto previsto nel piano industriale. Si segnala, inoltre, che l’offerta di riacquisto bond per un ammontare di 200 milioni si è conclusa con oltre il 60% di adesioni.
Tra le Mid Cap termina in rosso Credem (-3,1%) dopo che l’agenzia Moody’s ha ridotto il rating sui depositi a lungo termine da ‘A3’ a ‘Baa1’, così come Creval, che lascia sul terreno il 2,7% dopo che l’agenzia Dbrs ha ridotto i rating sia sul debito a lungo termina sia su quello a breve.
Tra le Small Cap Carige termina con un tonfo del 6,8% con gli investori che restano in attesa di sapere le prossime mosse dell’istituto. In particolare, sono attese novità sullo smaltimento degli npl e sull’ammontare dell’aumento di capitale, su cui la banca deve informare la Bce entro il prossimo 23 giugno, così come sulla nomina del nuovo Ceo dopo la revoca delle deleghe a Guido Bastianini.