L’istituto ha realizzato il trasferimento del portafoglio da 938 milioni di npl del quale era stata approvata dal cda la cartolarizzazione. Entro la fine di questa settimana la banca dovrà presentare i chiarimenti richiesti sulla governance, sull’esecuzione del piano di riduzione degli npl e sul conseguente fabbisogno di capitale.
Carige fa un grosso passo avanti verso i propri obiettivi di riduzione dei crediti deteriorati. La banca genovese ha infatti comunicato di aver trasferito venerdì 16 giugno il portafoglio di crediti in sofferenza, di cui era stato già approvato il via libera alla cessione, ad un apposito veicolo di cartolarizzazione che emetterà, nelle prossime settimane, titoli di classi diverse. L’ammontare lordo delle sofferenze vendute è pari a circa 938 milioni e la data di cut-off è il 31 agosto 2016. Tramite l’operazione verranno ceduti ad investitori terzi i titoli mezzanine e junior, mentre verrà richiesta la garanzia statale (Gacs) sui titoli senior.
Il target posto dalla Bce per il 2017 è un livello di npl non superiore ai 5,5 miliardi. Con l’operazione realizzata venerdì Carige scende dai 7,3 miliardi evidenziati a fine marzo a 6,3 miliardi. Per giungere al livello fissato dall’autorità europea, deve riuscire a concludere entro l’anno in corso anche la seconda operazione di cartolarizzazione prevista per un ammontare di circa 900 milioni.
La banca dovrà presentare entro venerdì prossimo 23 giugno il nuovo piano finanziario da cui si vedrà quale sarà la ricetta del vice presidente e principale socio Vittorio Malacalza per l’adempimento alle richieste di Francoforte. L’ex amministratore delegato, Guido Bastianini, aveva infatti previsto un’operazione radicale di scorporo di 2,4 miliardi di npl per risolvere alla radice il problema della qualità del credito e avvicinarsi con anticipo al target di 3,7 miliardi posto dall’autorità di controllo per fine 2019. Ora Malacalza dovrà scegliere se ricalcare questa soluzione o procedere più gradualmente con una seconda operazione di cartolarizzazione.
Tra i target posti dalla Bce, oltre a una graduale risoluzione dei crediti deteriorati, vi è il mantenimento di un coefficiente di solidità patrimoniale Cet1 minimo del 9%, un coefficiente patrimoniale Srep complessivo minimo (Tscr) dell’11,25%, che potrebbe essere rivisto una volta ridotto il livello delle esposizioni deteriorate, e un requisito patrimoniale complessivo (Ocr) minimo del 12,50 per cento.