L’estero fa crescere i ricavi consolidati a 161,5 milioni (+4,8%) ed unitamente al taglio costi consente all’Ebitda adjusted di tornare in positivo per 2,8 milioni (vs. perdita di 3,1 milioni del 2015/2016). Considerando anche le partite straordinarie, la gestione operativa chiude in sostanziale pareggio, mentre il risultato finale è negativo per 5,5 milioni (vs. utile netto di 5,6 milioni di fine marzo 2016). Indebitamento finanziario netto in lieve aumento a 53,1 milioni.
L’azienda facente capo alla famiglia Damiani ha presentato i conti dell’esercizio 2016/2017 chiuso lo scorso 31 marzo con ricavi consolidati per 161,5 milioni, in crescita del 4,8% a cambi correnti.
Un risultato ottenuto grazie al positivo andamento di entrambi i canali di distribuzione, con il retail che riporta un aumento del 5% a cambi correnti e del 3,8% a cambi costanti ed il wholesale che ha registrato uno sviluppo del 4,7% a cambi correnti e del 3,8% a cambi costanti.
In termini di ripartizione geografica, i ricavi nel mercato domestico sono risultati in crescita dello 0,7 per cento, mentre quelli all’estero hanno evidenziato un incremento del 13,4% a cambi correnti (+9,5% a cambi costanti).
A fine marzo la rete distributiva del gruppo contava 61 punti vendita diretti, di cui 45 monomarca Damiani, localizzati nelle principali vie internazionali del lusso.
L’espansione del giro d’affari e le efficienze realizzate sui costi operativi hanno consentito il ritorno in positivo per 2,8 milioni dell’Ebitda adjusted, rispetto al deficit di 3,1 milioni della gestione precedente. Considerando nel margine anche i componenti non ricorrenti, l’Ebitda passa da 24,1 a 4,3 milioni.
Dinamiche che si riflettono anche sul saldo della gestione operativa, con l’Ebit adjusted che riduce la perdita a 1,4 milioni, arrivando al sostanziale pareggio dopo le partite straordinarie. Azzerata la marginalità delle vendite.
La gestione chiude con una perdita di 5,5 milioni, a fronte dell’utile di 5,6 milioni di un anno prima, che tuttavia includeva i suddetti proventi straordinari netti.
A fine marzo il gruppo presenta un indebitamento finanziario netto di 53,1 milioni, in lieve peggioramento rispetto ai 52,5 milioni di fine marzo 2016. La contenuta variazione registrata nell’esercizio, anche a fronte di 10,2 milioni di investimenti industriali realizzati per sviluppare il network dei Dos, è la diretta conseguenza della performance operativa e della riduzione del circolante.
Ricordiamo che nell’aprile scorso il CdA della società ha stipulato un accordo quadro avente ad oggetto la messa a disposizione di somme da parte dell’azionista di maggioranza Leading Jewels (riconducibile alla famiglia Grassi Damiani), con facoltà di chiederne l’utilizzo a propria discrezione. Tale disponibilità finanziaria è finalizzata a consentire una gestione di tesoreria più efficiente e flessibile.
Intorno alle 10:00 il titolo Damiani scambia a Piazza Affari a 1,2 euro, in rialzo dello 0,7% in scia all’andamento positivo del Ftse Mib (+0,3%).