Secondo fonti di stampa, per le banche venete si starebbe pensando ad un break up con la creazione di una bad bank e la cessione delle attività in bonis. Banca Intesa potrebbe essere interessata ad acquisirne alcune parti, a condizione che non sia penalizzante per i propri azionisti. Il titolo è poco mosso in Borsa (+0,4% contro il -0,2% dell’indice bancario alle 10:50).
Banca Intesa potrebbe essere coinvolta nel salvataggio delle banche venete in modo più diretto rispetto al finanziamento di una quota della tranche riservata ai privati nel caso di risoluzione preventiva, di cui finora il Governo italiano ha trattato con le autorità europee. Secondo fonti di stampa, infatti, vista la difficoltà nel raccogliere adesioni per suddividere la tranche da 1,2 miliardi richiesta dalla Commissione Europea ai privati e la non disponibilità di quest’ultima a ridurre l’ammontare della richiesta, il Tesoro starebbe valutando anche percorsi alternativi. Uno di questi potrebbe essere la creazione di una bad bank nella quale far confluire i crediti deteriorati delle venete per poi procedere alla vendita separata degli asset in bonis. E’ in questa fase che, secondo quanto riportato da diverse testate, potrebbe rientrare Banca Intesa.
Sempre secondo quanto riportato, l’istituto di credito guidato da Carlo Messina non si appresterebbe a ricalcare l’operazione effettuata da Banco Santander, rilevando, seppur per un euro, tutto il Banco Popular. Tra i paletti che Intesa avrebbe messo vi sono il fatto di non vedere indebolita la propria situazione patrimoniale e non dover rinunciare al flusso di dividendi che caratterizzano la strategia della banca.
Oggi è prevista una riunione tra i vertici di Intesa, già in calendario per parlare del nuovo piano industriale, a cui parteciperanno sia membri del cda sia top manager e potrebbe essere l’occasione per un aggiornamento sulla vicenda.
Intanto a Piazza Affari le notizie non hanno avuto particolari effetti sulle quotazioni del titolo, che alle 10:50 segna un incremento dello 0,4% a 2,5 euro, contro un indice Ftse Italia Banche che cede lo 0,2 per cento.