Dopo una prima parte di seduta in frazionale rialzo le borse europee invertono la rotta e scivolano poco sotto la parità. Intorno alle 16:00, dopo l’avvio debole di Wall Street, il Dax di Francoforte ed il Cac 40 di Parigi flettono di pochi centesimi di punto percentuale, il Ftse 100 di Londra è a -0,4%, il Ftse Mib di Milano a -0,5% mentre l’Ibex 35 di Madrid cede lo 0,6 per cento.
A penalizzare l’andamento dei listini è soprattutto il forte calo delle quotazioni del petrolio, con il Wti tornato sui minimi di metà novembre 2016 a 43 dollari (-2,7%). Dinamica legata probabilmente all’incremento dell’output della Libia, che ha riavviato la produzione da due giacimenti, raggiungendo il livello record di pompaggio oil da quattro anni. Inoltre, come riportato da Bloomberg, l’ammontare di petrolio stoccato in navi cisterna ha raggiunto il massimo del 2017 a 111,9 milioni di barili.
In una giornata povera di spunti macro significativi, si attendono gli interventi di alcuni esponenti della Fed, dopo le dichiarazioni rilasciate ieri da Dudley (New York) ed Evans (Chicago). Il primo sostiene che il percorso di rialzo dei tassi di interesse non debba essere interrotto, confermando la linea della banca centrale, mentre Evans preferirebbe temporeggiare fino a dicembre per monitorare l’inflazione. Oggi parleranno Robert Kaplan (Fed di Dallas), Stanley Fisher (vice presidente) ed Eric Rosengren (Boston).
Nel frattempo, sul Forex, il dollaro scambia sostanzialmente invariato sia rispetto all’euro sia nei confronti dello yen, con i cambi EUR/USD e USD/JPY rispettivamente a 1,114 e 111,6. Si indebolisce invece la sterlina con il GBP/USD a 1,262, dopo che il governatore della Bank of England Mark Carney, nel suo intervento di stamattina, ha detto che non è ancora il momento di aumentare il costo del denaro.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund resta piuttosto stabile in area 165 punti base, con il rendimento del decennale italiano che scende ulteriormente all’1,93 per cento.
Tornando a Piazza Affari gli acquisti premiano i titoli del lusso, tra cui MONCLER (+3,2%) e FERRAGAMO (+2,4%). Il comparto potrebbe beneficiare dei dati positivi del menswear, in crescita del 4-5% nel primo trimestre 2017, grazie soprattutto all’export (+5%). A fare da traino anche uno studio di McKinsey (“The State of fashion 2017”), secondo cui la spesa in beni di lusso dei consumatori cinesi è destinata a raddoppiare nei prossimi dieci anni.
Ben comprate anche le azioni di MEDIASET (+1,4%) che ha rilevato l’11,1% di Premium in mano alla spagnola Telefonica, mentre ieri Vivendi avrebbe presentato in Agcom il piano che intende perseguire per adeguarsi alle norme del Tusmar. Il colosso media francese avrebbe chiesto di congelare i diritti di voto in Mediaset eccedenti la quota del 10 per cento.
In rialzo pure A2A (+0,9%) ed ITALGAS (+1,6%) tra le utilities, UBI (+1,8%) in controtendenza fra i bancari e YNAP a +1,5 per cento.
Arretrano i petroliferi in scia alle quotazioni dell’oro nero, con ENI e SAIPEM che cedono l’1,8% mentre TENARIS perde il 3,5 per cento. Intanto, la big del petrolio italiana consolida la sua presenza in Messico aggiudicandosi, unica società internazionale, 3 delle 10 aree offshore assegnate dalla Commissione Nazionale degli Idrocarburi (CNH) nel bacino di Sureste, nel Golfo del Messico.