Fari puntati in Borsa sul titolo Intesa, dopo i rumor su una possibile offerta per la parte sana delle banche venete. Al momento non si sa né se la banca farà un’offerta né a quali condizioni. Nell’attesa i titoli perdono l’1,2%, in linea con il settore.
Grande attesa a Piazza Affari su Banca Intesa. Il mercato si chiede se effettivamente i vertici del Gruppo decideranno di fare un’offerta per le good bank derivanti dalla scissione delle banche venete in due parti, una bad bank con i crediti deteriorati da una parte e le attività sane dall’altra, come parrebbe profilarsi nell’ottica di un salvataggio che preveda una liquidazione ordinata dei due istituti. C’è soprattutto interessa a capire, se la decisione fosse presa, a quali condizioni ciò potrebbe avvenire.
Oggi a Piazza Affari i titoli della banca guidata da Carlo Messina lasciano sul terreno alle 10:30 l’1,2% a 2,5 euro, in linea con l’indica Ftse Italia Banche che cede l’1,2 per cento. Anche ieri, dopo il diffondersi dei primi rumor su una possibile scesa in campo di Intesa per rilevare la parte sana delle banche venete, le azioni non hanno subito un pesante contraccolpo, archiviando la seduta con un -0,4% a 2,53 euro.
Pur non essendo noti i dettagli dell’eventuale operazione, anche perché il progetto è ancora in fase di analisi e definizione, i due paletti che il mercato si aspetta possano rappresentare il punto fermo dell’operazione sono il fatto che Intesa non debba ricorrere ad alcun aumento di capitale e che al contempo l’acquisizione non dreni risorse al punto da far venir meno gli impegni dal punto di vista della distribuzione dei dividendi.
Intesa ha promesso per l’anno in corso un dividendo di 3,4 miliardi. Una cifra che deriva dalle indicazioni date con il piano strategico 2014/17, nel quale erano stati stimati 10 miliardi di cedole nell’arco dei quattro anni, di cui 6,6 miliardi sono già stati pagati. Intesa ha generato nel primo trimestre un utile di 901 milioni. Supponendo che l’andamento continui ad essere positivo anche nei prossimi trimestri e considerando che il risultato dei primi tre mesi non include la plusvalenza già realizzata per la cessione di Allfunds, si nota come Intesa potrebbe avere qualche freccia per il suo arco.