Prosegue in territorio negativo la seduta delle borse europee, ancora penalizzate dalla debolezza del greggio. Intorno alle 12:00 il Cac 40 di Parigi arretra dell’1,1%, l’Ibex 35 di Madrid dell’1% ed il Dax di Francoforte dello 0,7 per cento. Cercano di limitare le perdite, infine, il Ftse Mib di Milano e il Ftse 100 di Londra, entrambi in calo dello 0,3 per cento.
In attesa della pubblicazioni del report settimanale dell’Eia questo pomeriggio, le quotazioni del petrolio restano in territorio negativo con il Brent (-0,5%) a 45,8 dollari ed il Wti (-0,3%) a 43,4 dollari, nonostante i dati parzialmente positivi forniti dall’Api.
Secondo l’American Petroleum Institute, infatti, lo stock di petrolio Usa è sceso di circa 2,7 milioni di barili la scorsa settimana rispetto ad una flessione attesa di 1 milione di barili, mentre sono cresciute le scorte di benzina e distillati.
In una giornata priva di appuntamenti rilevanti dal punto di vista macro, da segnalare sull’obbligazionario l’ulteriore ribasso del decennale italiano, con il rendimento del Btp sceso sui minimi del 2017 all’1,88% portando il differenziale con il Bund in area 163 punti base.
Intanto, sul mercato delle valute l’euro/dollaro scambia poco mosso intorno a quota 1,114, mentre il dollaro/yen scende a 111,1 rispetto ad un massimo di ieri in area 111,7. Prosegue, invece, il calo della sterlina innescato dalle parole di ieri del governatore dela Bank of England Mark Carney, secondo il quale non è ancora il momento di alzare i tassi di interesse, con il cambio sterlina/dollaro a 1,261 e l’euro/sterlina a 0,884.
Tornando a Piazza Affari, deboli i bancari ad eccezione di UBI (+0,3%), nell’ultimo giorno di negoziazione dei diritti di opzione nell’ambito dell’operazione di aumento di capitale da 400 milioni, e BPER (+0,6%), dopo che la cessione di ieri dei 343 milioni di npl di Carife ha avvicinato il closing previsto per fine mese dell’acquisizione dell’istituto ferrarese.
In calo INTESA (-0,5%) in attesa di capire se verrà effettivamente fatta un’offerta per le good bank derivanti dalla scissione delle banche venete in due parti, una bad bank con i crediti deteriorati da una parte e le attività sane dall’altra, come parrebbe profilarsi nell’ottica di un salvataggio che preveda una liquidazione ordinata dei due istituti.
Lieve rialzo per ATLANTIA (+0,2%) che secondo alcune indiscrezioni, nel caso in cui l’acquisizione di Abertis andasse a buon fine, sarebbe intenzionata a vendere tutti gli asset attivi nel settore delle telecomunicazioni.
In controtendenza anche ENEL (+0,7%), LEONARDO (+0,5%), STM (+0,4%) e FERRAGAMO (+0,4%), mentre le vendite colpiscono in particolare YNAP (-2,1%), SAIPEM (-1,7%) e MONCLER (-1,6%).