Apertura in rosso per le borse europee appesantite ancora dalla debolezza del greggio. Intorno alle 9:20 il Ftse Mib di Milano arretra dello 0,6% in area 20.950 punti con bancari e utilities che tirano il fiato dopo i rialzi di ieri. In negativo anche il Dax di Francoforte (-0,3%), il Ftse 100 di Londra (-0,4%), il Cac 40 di Parigi (-0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,5%).
Le quotazioni del petrolio hanno perso ieri oltre il 2% nonostante i dati nel complesso positivi sulle scorte Usa pubblicati dall’Eia, con il Brent a 44,8 dollari ed il Wti a 42,5 dollari. I prezzi dell’oro nero sono tornati sui livelli precedenti all’accordo di Vienna dello scorso novembre, quando i Paesi produttori avevano deciso di tagliare l’output per ottenere un maggiore riequilibrio tra domanda ed offerta.
Sul fronte macro, la fiducia manifatturiera francese di giugno è scesa a 108 punti rispetto alla lettura stabile a 109 punti prevista dal consensus. In arrivo nel pomeriggio anche la stima flash della fiducia dei consumatori dell’Eurozona di giugno, mentre negli Stati Uniti verranno diffusi le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, l’indice anticipatore di maggio e l’indice dei prezzi delle case di aprile.
Intanto l’euro/dollaro scambia sostanzialmente stabile in area 1,117, in attesa della pubblicazione del rapporto mensile della Bce con le proiezioni economiche, mentre si rafforza lo yen a 111 rispetto al dollaro e a 124 nei confronti dell’euro.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte in area 163 punti base, con il rendimento del decennale italiano che si mantiene sui minimi da gennaio all’1,89 per cento.
Tornando a Piazza Affari, in lieve calo i bancari dopo l’impennata di ieri in scia alla notizia della disponibilità di INTESA (+0,4%) ad acquisire alcuni asset di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. In rosso BPER (-0,8%), BANCO BPM (-1,1%), UBI (-0,1%) ed UNICREDIT (-1,1%).
Rifiatano anche le utilities dopo i rialzi di ieri, con la controllata di ENEL (-0,6%) Open Fiber che sta discutendo con una trentina di operatori telefonici per attirarli tra i clienti, e stima di avere ricavi per 1 miliardo nel 2026 con un Ebitda di 750 milioni.
STM (-1%), invece, ha lanciato un’offerta di obbligazioni senior unsecured per un ammontare nominale di 1,5 miliardi di dollari e un programma di riacquisto azioni proprie.
Ancora deboli, infine, i petroliferi in scia alla continua discesa del greggio con SAIPEM (-1,5%), TENARIS (-0,4%) ed ENI (-1,4%).