Il Ftse Mib archivia la seduta arretrando dello 0,7% frenato anche dai titoli energetici in scia alla debolezza delle quotazioni del greggio, nonché dalle prese di profitto che hanno colpito il comparto bancario, con l’indice che chiude a -0,8% e sostanzialmente in linea con l’indice europeo (-0,4%).
Vendite dunque su quasi tutti i titoli del settore, dopo il balzo finale del 2,8% di mercoledì a seguito della notizia della disponibilità di Intesa a rilevare alcuni asset di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Il tutto a condizioni stringenti e non penalizzanti per i conti dell’istituto.
Le azioni della banca guidata da Carlo Messina hanno beneficiato anche nella giornata di ieri dell’offerta fatta per partecipare al salvataggio delle venete, terminando con un progresso dello 0,7% dopo il +2,4% della seduta precedente.
I realizzi colpiscono parzialmente Unicredit (-2%) e Banco Bpm (-2,2%) e, in misura minore, Bper (-0,7%) ed Ubi (-1,1%), tra le banche che erano salite di più mercoledì.
Tra le Mid Cap bene Popolare Sondrio (+1,3%) mentre tra le Small Cap terminano sopra la parità Banco Desio (+0,9%) e Banca Finnat (+0,2%).
Pesante passo indietro, invece, per Carige (-4,6%) nonostante la nomina di Paolo Fiorentino quale nuovo Ceo e la conferma che entro oggi fornirà alla Bce i dettagli sulla governance e sullo smaltimento dgli npl. Tuttavia, l’istituto chiederà una proroga dei tempi per fornire delucidazioni in merito all’entità del fabbisogno di capitale.