Toscana Aeroporti, attiva nella gestione aeroportuale dei maggiori scali toscani, Pisa e Firenze, nasce nel 2015 dalla fusione di Sat e AdF, rispettivamente concessionarie per la gestione dell’Aeroporto di Pisa “G. Galilei” e dell’Aeroporto di Firenze “A. Vespucci”. Per le potenzialità che la fusione tra le due realtà è in grado di esprimere può dare una svolta importante, non solo a Toscana Aeroporti, ma anche al sistema infrastrutturale della Regione e garantire così un apprezzabile sviluppo economico. In questa direzione la società fiorentina si aspetta di far partire quanto prima i lavori per l’ammodernamento e lo sviluppo di entrambi gli scali.
- Pisa e Firenze ora alleate
- Una crescita integrata e non a due velocità
- I progetti infrastrutturali: i Masterplan di Pisa e Firenze
- Con le infrastrutture crescerà anche l’occupazione
- Indispensabile agganciare lo sviluppo del traffico aereo al 2035
- Nel primo trimestre 2017 l’aumento del traffico sostiene i ricavi
- Quali prospettive per i ricavi
- Ebitda allineato a quello del panel
- Borsa: il rallentamento dei piani di rilancio dell’aeroporto di Firenze zavorra il titolo
- Criticità
Toscana Aeroporti, nata a metà 2015 dalla fusione di Sat e AdF, concessionarie per la gestione degli aeroporti di Pisa e Firenze, unifica l’attività dei due maggiori scali della Toscana, prima in competizione tra loro, seppure con una specializzazione differente. Tale unione assicura ottimi margini di recupero di efficienza non solo per i vantaggi organizzativi, ma anche per il salto di qualità infrastrutturale che può produrre nel sistema dei trasporti locale. Tuttavia, per arrivare ad un nuovo e progredito assetto, è determinante dare corso alle opere previste nei Masterplan ereditati dalle società confluenti.
Dal punto di vista gestionale, il gruppo toscano persegue lo sviluppo delle tratte a medio e lungo raggio attraverso collegamenti diretti, sia in termini di nuove rotte sia di incremento di frequenze/capacità su quelle già esistenti. A ciò si aggiunge la destagionalizzazione e l’ottimizzazione dei flussi di traffico, senza tralasciare l’espansione dei volumi passeggeri e merci. In questa direzione sono state inaugurate di recente nuove importanti rotte. L’ultima in ordine di tempo è la tratta Firenze-Iasi, la più grande città dell’est della Romania, che è andata ad aggiungersi ai recenti collegamenti con la Russia e il Qatar.
Toscana Aeroporti punta a raggiungere nel 2029 oltre 130 destinazioni nel mondo dalle 74 operative a fine marzo 2017, 45 compagnie aeree e 160 frequenze giornaliere.
L’espansione è supportata dalle previsioni di forte crescita del traffico passeggeri a medio- lungo termine, un fattore incoraggiante se si considera che nel nostro Paese il settore aeroportuale vale oggi solo il 3,6% del Pil.
I positivi segnali di crescita del traffico passeggeri mostrati dal gruppo, gli operativi dei voli ad oggi confermati dalle compagnie aeree nonché le nuove importanti destinazioni inaugurate per la stagione estiva 2017 sono elementi che consento di guardare con fiducia ai risultati finali 2017.
Pisa e Firenze ora alleate
Toscana Aeroporti nasce il 1° giugno 2015 dalla fusione di Sat e AdF, rispettivamente concessionarie per la gestione dell’Aeroporto di Pisa “G. Galilei” e dell’Aeroporto di Firenze “A. Vespucci”. Quest’ultimo sviluppa il traffico business e leisure attraverso i full service carrier collegando i principali hub europei, mentre l’aeroporto Galilei privilegia il traffico turistico gestito da vettori low cost, i voli cargo, nonché lo sviluppo di tratte intercontinentali.
La fusione è stato un passaggio fondamentale per la realizzazione di un unico sistema aeroportuale toscano, in linea con quanto previsto dal Piano Nazionale Aeroportuale approvato dal Ministero dei Trasporti.
L’attività nel settore Aviation, rappresenta il core business del gruppo, e comprende quanto svolto in area “air side” (oltre i varchi di sicurezza). Nel dettaglio, rappresenta l’attività di assistenza a terra ai passeggeri e agli aeromobili (handling), approdo, partenza e sosta degli aeromobili, security e safety, imbarco e sbarco passeggeri, imbarco e sbarco merci.
Il gruppo opera inoltre nel settore Non Aviation, ossia quanto normalmente si svolge in area “land side” (prima dei varchi di sicurezza) e comprende retail, ristorazione, parcheggi, noleggi auto, pubblicità, biglietteria e sala vip.
In una regione con oltre 3,7 milioni di abitanti, il Sistema Aeroportuale Toscano ha un bacino di traffico diretto di oltre 2,6 milioni di abitanti a meno di 60 minuti di distanza da entrambi gli aeroporti, principalmente concentrato nella direttrice Firenze-Pisa.
Una crescita integrata e non a due velocità
Il Vice Presidente Esecutivo, Roberto Naldi, afferma che “alla regione Toscana serve uno sviluppo compatto. L’azienda non procede a doppia velocità, ma lavora per la specializzazione di Pisa e la specializzazione di Firenze, affinché il sistema aeroportuale toscano possa crescere strategicamente insieme”.
Il gruppo toscano infatti ha come obiettivo principale lo sviluppo delle tratte a medio e lungo raggio attraverso collegamenti diretti, sia in termini di nuove rotte che di aumento di frequenze/capacità sulle quelle già esistenti. A ciò si aggiunge la destagionalizzazione e l’ottimizzazione dei flussi di traffico, senza tralasciare l’espansione dei volumi passeggeri e merci.
In questa direzione nei primi mesi del 2017 sono state inaugurate nuove importanti rotte, quali la tratta Firenze-Iasi, la più grande città dell’est della Romania, oltre ai nuovi collegamenti con la Russia e il Qatar.
L’azienda punta a raggiungere nel 2029 oltre 130 destinazioni nel mondo dalle 74 operative a fine marzo 2017, servite da 45 compagnie aeree con 160 frequenze giornaliere. Obiettivi che Toscana Aeroporti potrà conseguire attraverso l’implementazione dei due Masterplan ereditati dalle aziende confluenti che, complessivamente, prevedono un impegno finanziario di oltre 500 milioni.
I progetti infrastrutturali: i Masterplan di Pisa e Firenze
Il Masterplan Pisa 2014-2028, già in fase avanzata di approvazione, include investimenti per circa 260 milioni, dei quali 60 destinati all’ampliamento del volume del terminal del 38% rispetto a quello attuale. Le risorse necessarie proverranno per 157 milioni dalla società di gestione (SAT prima della fusione) e i rimanenti 103 milioni da soggetti pubblici e privati.
L’avvio del progetto è atteso entro i primi sei mesi del 2018 e nella sua prima fase vedrà un impegno di 40 milioni destinati ad aumentare la capacità di trasporto dei passeggeri fino a 6,5 milioni annui, migliorando nello stesso tempo il livello dei servizi offerti. Il piano prevede altresì il risanamento ambientale delle zone residenziali adiacenti al sito e la definizione dello schema generale delle infrastrutture di accessibilità all’area aeroportuale.
Il Masterplan Firenze (2014-2029) prevede investimenti per circa 336 milioni, destinati al rifacimento completo dell’attuale scalo aeroportuale con la realizzazione della nuova pista di Peretola e dei relativi raccordi e piazzali aeromobili. Inoltre, verrà realizzato un nuovo Terminal Passeggeri e migliorata la viabilità di accesso, i parcheggi e tutte le opere necessarie alla realizzazione del nuovo scalo. Tali interventi si fondano sull’attuale inadeguatezza della struttura esistente che comporta frequenti cancellazioni dei voli, come peraltro già avvenuto nel 2016.
Si segnala che la società possiede i requisiti per beneficiare di aiuti di Stato nella misura massima del 50% dell’investimento complessivo previsto. Tale quota si colloca intorno a circa 150 milioni, 50 dei quali già stanziati e pertanto fruibili per l’avviamento dei lavori.
Tuttavia, la realizzazione della nuova pista di Peretola è ancora in attesa della conclusione dell’iter di Via (Procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale), che si chiuderà con un decreto da parte del Ministero dell’Ambiente, attesa che dovrebbe concludersi a breve termine.
Ottenuta la firma del decreto, i lavori potranno partire solo dopo il nulla osta della Conferenza dei Servizi, convocata dall’ENAC, che adeguerà il progetto alle esigenze del territorio e definirà i dettagli delle opere.
Ostacolo al progetto l’accoglimento da parte del Tar del ricorso contro la realizzazione dell’ampliamento dell’aeroporto presentato da alcuni comitati. Tuttavia, oggetto del giudizio non era l’aeroporto tanto meno il piano di sviluppo aeroportuale, ma una previsione di variante al Pit della Regione Toscana. Nessuno dei rilievi del Tar impone di abbandonare il progetto ma solo di approfondire alcune tematiche.
Malgrado ciò, Roberto Naldi, confida che entro la prima parte del 2018 anche Peretola, come Pisa, possa vedere l’avvio dei lavori e sottolinea: “I due scali camminano su binari paralleli per poter reggere il confronto con i competitor nazionali ed internazionali”.
Con le infrastrutture crescerà anche l’occupazione
Contestualmente alla realizzazione dei piani infrastrutturali, Toscana Aeroporti prevede un consistente aumento dell’occupazione. Gli organici saliranno di 3.600 unità entro il 2029 ed è una stima che riguarda solo gli inserimenti diretti, ai quali vanno aggiunti i posti di lavoro che potranno essere creati dall’indotto, pari a circa 11.700. L’intenzione è quella di rendere gli scali sempre più all’avanguardia e con personale specializzato.
Indispensabile agganciare lo sviluppo del traffico aereo al 2035
Lo scenario atteso al 2035, secondo il rapporto Censis dello scorso maggio, prevede imponenti flussi con circa il raddoppio del traffico passeggeri negli aeroporti italiani, che saliranno a 311 milioni dai 164 milioni transitati nel 2016.
In vista di ciò, gli scali nazionali si preparano ad effettuare importanti investimenti, che nel prossimo quinquennio si aggirano sui 4,2 miliardi. Di questi, il 93% verrà finanziato dalle società di gestione e solo il 7% con risorse pubbliche (Ue, Stato, Regioni).
Gli interventi sono finalizzati sia all’incremento della capacità aeroportuale (hard infrastructuring), sia al miglioramento dei servizi (airport experience). Un’importate spinta arriverà anche dal traffico cargo, trainato dall’esplosione dell’e-commerce, che seppure con un limitato tonnellaggio movimenta una quota in valore più significativa.
In Italia il settore cargo, cresciuto costantemente negli ultimi tre anni, vale complessivamente 998.900 tonnellate. Le performance nazionali restano però ancora lontane da quelle degli aeroporti francesi, tedeschi e olandesi, rappresentando l’Italia solo il 6% del movimentato in Europa.
Nel primo trimestre 2017 l’aumento del traffico sostiene i ricavi
Toscana Aeroporti archivia il primo trimestre dell’anno con ricavi in crescita a 22,2 milioni (+6,6% a/a), riflettendo l’aumento del traffico passeggeri (+5,6% a circa 1,37 milioni) rispetto al primo trimestre del 2016.
Un numero cresciuto ulteriormente in aprile con 707.192 (+11,8%) passeggeri transitati, che hanno elevato da inizio anno il numero a oltre 2 milioni (+7,6%).
Un risultato raggiunto anche grazie al positivo andamento del Load Factor dei voli di linea, aumentato del 3,5% e attestato all’81,9% rispetto ai primi quattro mesi del 2016.
In particolare, il fatturato da attività aviation (75,8% del totale ricavi) beneficia dell’andamento positivo dei ricavi per diritti, corrispettivi e tasse aeroportuali (+4,5%) e di quelli di handling (+8,8%), segnando uno sviluppo del 5,8% a 16,8 milioni. Anche il fatturato generato dal business non aviation sale del 9,2% a 5,4 milioni, grazie allo sviluppo dei ricavi da parcheggi (+6,8%), food (+10,6%), retail (+9,2%), pubblicità (+24,7%) e sale vip (+30%).
Nel trimestre, gli aeroporti di Pisa e Firenze sono stati collegati con 74 destinazioni, di cui 11 nazionali e 63 internazionali, servite da 30 compagnie aeree, di cui 20 IATA e 10 low cost. Il traffico cargo è salito del 17,3 per cento.
Si segnala che i volumi di traffico dell’aeroporto Galileo Galilei di Pisa e dell’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze sono storicamente condizionati, come per la maggior parte degli aeroporti italiani, da fenomeni di stagionalità, con picchi operativi nei periodi estivi che influenzano negativamente i margini reddituali dei primi mesi dell’anno.
Sul fronte della marginalità, l’Ebitda segna una diminuzione del 26,6% a 2,3 milioni rispetto ai 3,1 milioni del primo trimestre 2016, in relazione ai maggiori costi per servizi di costruzione più che raddoppiati rispetto al periodo di confronto, diversamente a quanto avvenuto a fine 2016.
Un andamento che si riflette anche sull’Ebit, in rosso per 0,5 milioni a fronte di un utile di 0,2 milioni consuntivato nel primo trimestre 2016.
Il periodo si chiude con una perdita netta di 0,5 milioni, a fronte del sostanziale pareggio nel periodo gennaio-marzo 2016.
Sul fronte patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 28,7 milioni, in aumento di 15,4 milioni rispetto al 31 dicembre 2016, per i flussi di cassa assorbiti dalla gestione operativa. Il rapporto Debt/Equity rimane comunque contenuto e pari a 0,26 volte.
Nel periodo, Toscana Aeroporti ha sostenuto investimenti per 2,9 milioni, di cui 2,4 milioni per immobilizzazioni materiali e 400 mila euro per immobilizzazioni immateriali.
Quali prospettive per i ricavi
Non esistono studi recenti né previsioni di analisti raccolte da Bloomberg su Toscana Aeroporti. Tuttavia, si ritiene opportuno confrontare l’andamento storico della società rispetto ai peer e analizzare le previsioni degli analisti sul panel di riferimento per poterne ricavare indicazioni utili sul futuro della gestione, societaria e allargata.
Si ricorda che Toscana Aeroporti è nata solo nel 2015 a seguito della fusione tra Sat e Adf, pertanto, al fine di rendere omogeneo il confronto tra il 2015 e il 2014, la società ha predisposto il bilancio consolidato pro-forma 2014.
Analizzando l’evoluzione storica, emerge che il gruppo, presieduto da Marco Carrai evidenzia ricavi consolidati cresciuti con una media annua del 4,1% rispetto alla mediana dei peer, che si colloca, invece, all’8,4 per cento.
Restringendo il confronto alle sole realtà italiane, il Cagr di Toscana Aeroporti rimane decisamente inferiore, scontando l’andamento negativo dei ricavi non aviation (-8,7%), non più sostenuti dai proventi dei negozi a gestione diretta dello scalo fiorentino, ceduti in subconcessione dal 1° ottobre 2014. Save mostra infatti un Cagr del 12,4%, mentre Aeroporto di Bologna dell’8,6 per cento.
Con riferimento ai dati previsionali, la mediana delle stime degli analisti sui peer prospetta un incremento di fatturato pari al 5,6%, più contenuto rispetto al passato, seppure con un andamento diversificato per singolo scalo. Resta comunque più elevato il progresso atteso per Bologna e Venezia.
Applicando tale incremento al fatturato del sistema aeroportuale toscano, si ottiene per il 2019 un giro d’affari nell’ordine dei 135 milioni. Va considerato in ogni caso che, in un contesto settoriale caratterizzato da un robusto processo di modernizzazione/potenziamento, per il sistema toscano sarà decisivo lo sblocco della situazione connessa all’ampliamento dello scalo di Firenze con la realizzazione della nuova pista di Peretola e dei servizi connessi. La conclusione dei lavori, nella migliore delle ipotesi, non avverrà però con ogni probabilità prima del 2019.
Ebitda allineato a quello del panel
Nel periodo storico esaminato, l’Ebitda del gruppo Toscana Aeroporti presenta un Cagr in linea con la mediana dei competitor compresi nel panel, pari al 12,3 per cento.
In particolare, nell’ultimo esercizio l’Ebitda cresce in misura più che proporzionale rispetto al fatturato, in virtù di un calo dei costi per servizi di costruzione. Si precisa che nel primo trimestre 2017 il gruppo segna un Ebitda in calo del 26%, tuttavia, depurando la voce dall’eccesso di sopravvenienze attive registrate nel primo trimestre 2016, si ottiene un dato rettificato che esprime una crescita del 12,7 per cento.
Si aggiunge, infine, che non è possibile proiettare in tale contesto l’andamento futuro del gruppo in relazione al fatto che l’Ebitda margin e L’Ebit margin storici sono inferiori rispetto alla mediana dei comparable.
Borsa: il rallentamento dei piani di rilancio dell’aeroporto di Firenze zavorra il titolo
Toscana Aeroporti, nel suo andamento altalenante con volatilità costante, al pari dei volumi, ha manifestato da inizio anno un rialzo del 3,1% a 14,7 euro toccando il picco massimo il 10 aprile 2017 a 16,92 euro (con intraday a 17,15 euro).
Tuttavia si rileva che l’interesse degli investitori è subordinato al “decollo” degli interventi programmati, senza ostruzioni di sorta.
Le potenzialità espansive sono certe, ma le incertezze che gravano sul dispiegamento dei piani formulati mantengono in stallo le prospettive di breve periodo, influendo negativamente sui corsi azionari del titolo.
Criticità
Si premette che molto dipende da ritardi e incertezze connesse all’avvio degli investimenti infrastrutturali dei due aeroporti, con particolare riferimento al rifacimento della pista di Peretola.
In uno scenario di mercato che nel breve periodo si profila moderatamente favorevole per il complesso degli scali toscani, su Toscana Aeroporti emergono alcune criticità che riguardano sostanzialmente fattori esogeni.
L’operatività di Toscana Aeroporti inoltre potrebbe risentire dell’instabilità geopolitica a livello mondiale, in particolare dell’area del Golfo dove ha avviato una nuova rotta in Qatar.
Una criticità potrebbe essere legata ad una diminuzione della spesa destinata a viaggi e tempo libero, un raffreddamento che potrebbe manifestarsi nel prossimo biennio rispetto alla ripartenza del 2016.
Un fattore di rischio sempre presente del settore aeroportuale è poi la costante evoluzione del contesto normativo e regolatorio. I risultati economici degli operatori sono infatti influenzati dai cambiamenti della la regolazione tariffaria dei servizi aeroportuali e dal regime dei corrispettivi dei servizi offerti dalle società di gestione.
Inoltre, è da menzionare l’eventuale diminuzione o cessazione dei voli da parte di uno o più vettori a causa di una crisi economico/finanziaria degli stessi. Questo rischio attualmente si presenta per Alitalia, la cui evoluzione è strettamente monitorata dal management. Toscana Aeroporti ritiene comunque di poter far fronte al rischio della diminuzione o interruzione dei voli da parte di uno o più vettori, ricorrendo ad una redistribuzione del traffico passeggeri tra le diverse compagnie aeree presenti sull’aeroporto e/o sull’eventuale inserimento di nuovi vettori.