Il Ftse Mib chiude l’ottava in calo dello 0,5% frenato anche dalle vendite sui titoli energetici in scia alla debolezza delle quotazioni del greggio, nonché dall’andamento piatto di Wall Street.
Andamento contrapposto, invece, per il comparto bancario, che termina la settimana con un progresso dello 0,9% a fronte dell’indice europeo in calo (-0,9%). Il settore ha beneficiato della disponibilità di Intesa a rilevare alcuni asset di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, arrivando così una possibile soluzione per le due banche.
Inoltre, il settore si è avvantaggiato delle dichiarazione del presidente di Mps Alessandro Falciai sul probabile ingresso dello Stato nel capitale della banca senese a luglio.
Settimana positiva dunque per la banca guidata da Carlo Messina, che chiude a +2,3% con il mercato che ha accolto positivamente un eventuale intervento dell’istituto per acquistare alcuni asset delle due venete, purché non impatti sul Cet1 e sulla politica dei dividendi.
Ancora sugli scudi Ubi (+2,1%) nella settimana in cui sono terminate le negoziazioni dei diritti di opzione nell’ambito della ricapitalizzazione da 400 milioni, che si concluderà il prossimo 27 giugno. Le azioni hanno beneficiato anche dei consigli di alcuni analisti di sottoscrivere l’aumento di capitale.
In frazionale rialzo Unicredit (+0,4%) grazie anche alla cessione di due portafogli di npl per un valore nominale complessivo di 450 milioni e l’ormai imminente closing della vendita di Pioneer, che genererà una plusvalenza di 2,2 miliardi ed apporterà un beneficio di 78 punti base sul Cet1.
Bene Bper (+2%) con gli investitori che hanno apprezzato l’avvicinarsi dell’acquisto di Cariferrara, previsto per fine mese, e la possibile svolta nell’arco delle prossime 2/3 sul fronte Arca Sgr per rilevare il 40% in mano alle venete.
Operazione in cui è coinvolta Popolare Sondrio, che termina a + 1,2% nonostante la riduzione del rating da parte di Fitch. Sempre tra le Mid Cap, bene Credem (+2,3%), grazie anche alla conferma dei rating da parte di Fitch.
Tra le Small Cap in evidenza Banca Finnat (+3,6%) e Banco Desio (+3%), quest’ultima per merito anche del mantenimento dei rating da parte di Fitch. Acquisti anche su Creval (+3%) a dispetto dell’abbassamento dei rating da parte della stessa Fitch.
Pesante tonfo, invece, per Carige (-6,1%) nonostante la nomina di Paolo Fiorentino quale nuovo Ceo e l’invio venerdì della risposta alla Bce sui dettagli relativi alla governance e allo smaltimento dgli npl, punti sui quali sono già stati compiuti passi avanti importanti. Tuttavia, l’istituto ha chiesto una proroga dei tempi per fornire delucidazioni in merito all’entità del fabbisogno di capitale, e questo potrebbe aver impattato negativamente sul titolo.