Retelit avvia la fase di commercializzazione del cavo sottomarino AAE-1, il sistema in fibra ottica che collega l’Europa all’Asia, passando per la landing station di Bari, di proprietà del gruppo milanese. I 25.000 km di infrastruttura sottomarina, che si estendono da Marsiglia al Far East attraverso 19 Paesi, da oggi sono pronti a soddisfare la domanda di banda da e per l’Asia, per offrire a operatori, Carrier e OTT internazionali collegamenti ad alta velocità e bassa latenza con percorsi differenti e alternativi rispetto a quelli esistenti.
Il cavo, la cui posa è stata completata fino al Vietnam, conta alla data odierna 19 “terminal station” internazionali connessi sui 21 totali (20 landing point e un’estensione terrestre, Singapore). L’ultima tratta di posa del cavo, per connettere il PoP di Hong Kong, sarà completata immediatamente dopo l’estate.
Con una capacità di 40 Terabit al secondo e una tecnologia a 100 Gbps, il sistema AAE-1 si configura come il sistema cavo più veloce al mondo e il primo tra tutti a offrire il più basso livello di latenza point-to-point, con una “express route” tra Egitto e Tailandia.
Commento
Si tratta di una tappa importante per il gruppo milanese, unico membro italiano del consorzio AAE-1. Un progetto che Retelit ha avviato alla fine del 2014 con un investimento complessivo di circa 56 milioni e che dovrebbe imprimere un’accelerazione importante ai conti dei prossimi esercizi.
Già nel 2017, infatti, il contributo del cavo dovrebbe consentire di raggiungere un Ebitda margin oltre il 35% (a fronte del 29,4% del 2016), migliorando dunque la marginalità del gruppo. Il management stima inoltre che il cavo AAE-1 peserà per circa il 13% sul fatturato complessivo del 2020, previsto tra 81 e 84 milioni.
Secondo le previsioni del Piano industriale 2017-2021 i ricavi cumulati del sistema in cavo sottomarino AAE-1 dal 2017 al 2021 dovrebbero attestarsi nel range tra 63 e 68 milioni, con un Ebitda margin tra il 55% e il 65% nel periodo.