I dati preliminari dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) in Italia diffusi dall’Istat riportano, nel mese di giugno, una crescita dell’1,2% su base annua e un calo dello 0,1% su base mensile. Le performance dell’indicatore risultano inferiori rispetto al consensus raccolto da Bloomberg, che aveva previsto il 1,3% a/a e una variazione nulla m/m.
“La seconda diminuzione consecutiva dei prezzi, che ha portato ad un ulteriore rallentamento dell’inflazione passata dall’1,9% di aprile all’1,2% di giugno, è un dato in parte atteso. A dimostrazione di come l’inflazione non rappresenti in questo momento un elemento di preoccupazione vi è l’andamento dell’inflazione di fondo che, pur in risalita da inizio anno, permane al di sotto dell’1% tendenziale. Dato che segnala da un lato l’uscita definitiva dalla fase deflattiva, dall’altro l’assenza all’interno del sistema di particolari elementi di tensione”. Questo è il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio alle stime preliminari dei prezzi diffuse dall’Istat.
L’inflazione è un elemento essenziale per molti gestori di infrastrutture, soprattutto per i concessionari di autostrade, in quanto gli aumenti tariffari annuali del pedaggio delle tratte comprendono sempre una componente inflazionistica. L’inflazione ha inoltre un impatto sulla remunerazione del capitale investito degli operatori sia autostradali che aeroportuali, se inclusa nel contratto di concessione.
Per quanto riguarda Autostrade per l’Italia, che rappresenta il 67% dell’Ebitda di Atlantia (dati al 31 marzo 2017), il CPI è compreso nella formula per gli aumenti tariffari ed è quindi influenzata dai dati pubblicati dall’Istat. Lo stesso vale per le autostrade della Cisa, dei Fiori, Salt, Sav e Ats, che rappresentano il 54% dell’Ebitda consolidato di SIAS e ASTM. Le tariffe per Satap (A4 Torino-Milano e A21 Torino-Piacenza; 42% Ebitda consolidato di SIAS e ASTM) includono una componente inflazionistica preventivata.
Relativamente agli aeroporti, la retribuzione corrente di Adr (13% dell’Ebitda consolidato di Atlantia al 31 marzo 2017) e dell’Aeroporto di Venezia (gruppo SAVE) includono una componente inflazionistica preventivata pari all’1,5 per cento.
Nessun impatto per ENAV che è immune dalle tendenze inflazionistiche grazie alle “balance”, meccanismo che prevede il recupero o la restituzione ai vettori degli effetti derivanti dallo scostamento tra il traffico aereo previsto nel piano tariffario e il traffico effettivo nonché il recupero totale dei costi per i servizi erogati sugli aeroporti minori.