Chiusura contrastata per le borse europee, guidate dal Ftse Mib in rialzo dell’1,2% in area 21.048 punti sostenuto da banche, assicurazioni e servizi finanziari. Il Dax di Francoforte (-0,2%) archivia le contrattazioni poco sotto la parità, il Cac 40 di Parigi (-0,1%) termina sostanzialmente invariato mentre l’Ibex 35 di Madrid guadagna lo 0,6 per cento.
In calo dello 0,6% il Ftse 100 di Londra, penalizzato dal rafforzamento della sterlina dopo che il governatore della Bank of England ha aperto ad una possibile rimozione degli stimoli monetari nel caso l’economia mostri segnali di miglioramento.
In seguito a queste dichiarazioni, la divisa britannica è risalita a 1,293 sul dollaro mentre il cambio EUR/GBP è sceso a 0,879. Sempre tra le valute l’euro resta sui massimi di circa 16 mesi, con l’EUR/USD a 1,136 ed il cross tra moneta unica e yen in area 127,4.
In giornata l’euro aveva subito un momentaneo dietrofront, dopo le indiscrezioni secondo cui fonti interne alla Bce hanno giudicato eccessiva la reazione del mercato alle parole di ieri del governatore Mario Draghi. Quest’ultimo, nel proprio discorso, si era infatti limitato a sottolineare la ripresa economica in corso, malgrado un momentaneo indebolimento dell’inflazione a causa di fattori temporanei, confermando la necessità di stimoli monetari per sostenere la ripresa dei prezzi.
I toni lievemente più ottimisti sono stati invece interpretati come una modesta apertura verso un progressivo allenamento del Quantitative easing, provocando una risalita immediata dell’euro e dei rendimenti obbligazionari.
Le stesse indiscrezioni su un parziale dietrofront della Bce hanno arginato momentaneamente anche il sell-off sui titoli obbligazionari, con il tasso sul Btp che si attesta al 2,01% mentre lo spread con il Bund tedesco è in area 165 punti base.
Sul fronte macroeconomico, sono stati diffusi i dati sulla massa monetaria M3 dell’Eurozona (+5% su base annuale) e le stime preliminari dell’Istat sui prezzi al consumo di giugno. I dati armonizzati all’Ue hanno deluso le aspettative, segnando una flessione mensile dello 0,2% ed un incremento tendenziale dell’1,2% (a fronte di una lettura mensile stabile ed una crescita annua dell’1,4% stimate dagli analisti).
Per quanto riguarda l’Italia, inoltre, Standard & Poor’s ha rivisto al rialzo le previsioni sul Pil 2017, prevedendo una crescita dell’1,2% contro lo 0,9% precedentemente indicato, mentre per il 2018 è stato confermato un tasso di sviluppo dell’1 per cento.
Negli Stati Uniti sono state pubblicate le statistiche sulle scorte all’ingrosso di maggio (+0,3% su base mensile) ed i dati Eia sulle riserve di petrolio, che hanno mostrato un lieve incremento dello stock complessivo, mentre le scorte di greggio sono rimaste sostanzialmente stabili, dato peggiore delle attese degli analisti ma migliore delle stime Api. Wti e Brent risalgono così rispettivamente a quota 44,6 ed a 47,3 dollari al barile.
A Piazza Affari spicca UNICREDIT a +4,1%, seguita da FINECO a +3,8% per cento. Ben intonati tra i bancari anche INTESA (+2%), che intenderebbe chiudere entro la fine del prossimo mese la questione relativa agli esuberi di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, BANCO BPM a +2,4% e MEDIOBANCA +2,5 per cento.
Intanto il Ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha precisato che la partnership nella bancassurance tra Banco Bpm ed UNIPOL (+2,5%) sarà sciolta entro l’anno in corso ed in seguito la banca cercherà un nuovo partner.
Acquisti anche su BUZZI (+2,6%) e MEDIASET (+2,6%) dopo l’approvazione del bilancio 2016 e del piano di buyback fino a un massimo del 10% del capitale sociale, nell’assemblea dei soci disertata da Vivendi.
In fondo al listino principale scivola YNAP (-2,5%) mentre fuori dal Ftse Mib brilla FINCANTIERI (+7,1%) grazie alla promozione a ‘buy’ da ‘hold’ da parte di Kepler, con target price a 1,1 euro. Bene anche PIAGGIO (+4,8%) che beneficia degli upgrade di alcuni broker in scia ad un miglioramento dell’outlook per la restante parte dell’anno.