Mattinata debole per le borse europee, dopo un avvio negativo condizionato ancora dalle parole di ieri del governatore della Bce, Mario Draghi. Poco dopo le 12:00 scambiano in rosso il Dax di Francoforte (-0,6%), il Cac 40 di Parigi (-0,4%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%) ed il Ftse 100 di Londra (-0,1%).
Il Ftse Mib di Milano (-0,1%) viaggia poco distante dalla parità, sostenuto anche dal miglioramento delle stime sul Pil per il 2017 da parte di Standard & Poor’s. L’agenzia di rating, infatti, prevede per l’anno in corso una crescita dell’1,2% contro lo 0,9% precedentemente indicato, mentre per il 2018 è stato confermato un tasso di sviluppo dell’1 per cento.
Ieri Draghi, pur mantenendo toni prudenti, ha sottolineato la ripresa economica in corso e ha espresso fiducia per una graduale risalita dei prezzi, ancora afflitti da fattori temporanei. Parole interpretate dalla maggior parte degli operatori come una parziale apertura ad un allentamento dello stimolo monetario al termine del 2017, orizzonte attuale del Quantitative easing.
Dinamica che ha favorito gli acquisti sull’euro, sui massimi dell’anno rispetto al dollaro a quota 1,136 ed a 127,3 sullo yen.
Le parole di Draghi hanno portato, inoltre, ad un sell-off sul mercato obbligazionario ed alla conseguente impennata dei rendimenti. Il tasso sul Btp è tornato così al 2,07% mentre lo spread con il Bund tedesco è poco mosso in area 167 punti base. Il presidente della Bce interverrà nuovamente oggi pomeriggio dal forum di Sintra, a cui parteciperanno anche i banchieri centrali di Inghilterra, Giappone e Canada.
Sul fronte macroeconomico, sono stati diffusi i dati sulla massa monetaria M3 dell’Eurozona (+5% su base annuale) e le stime preliminari dell’Istat sui prezzi al consumo di giugno. I dati armonizzati all’Ue hanno deluso le aspettative, segnando una flessione mensile dello 0,2% ed un incremento tendenziale dell’1,2% (a fronte di una lettura mensile stabile ed una crescita annua dell’1,4% stimate dagli analisti). Nel pomeriggio sono attese le statistiche americane sulle richieste settimanali di ipoteche e sulle scorte all’ingrosso di maggio.
In programma, inoltre, la pubblicazione dei dati Eia sulle scorte di petrolio, dopo che le statistiche preliminari dell’Api hanno mostrato un aumento settimanale sia per le scorte di greggio sia per quelle di prodotti derivati. Nel frattempo, Wti e Brent scambiano in frazionale ribasso rispettivamente a quota 44,1 ed a 46,9 dollari al barile.
A Piazza Affari spiccano i bancari UNICREDIT (+1,5%) ed INTESA (+1,3%). Più arretrata UBI (+0,3%) che ha chiuso l’aumento di capitale con un incasso di 397,2 milioni sui 400 richiesti, pari al 99,31% delle adesioni.
Tonica anche MEDIASET (+1,2%), nel giorno dell’assemblea, disertata da Vivendi, per l’approvazione del bilancio 2016 ed un buy back fino al 10% del capitale.
In rialzo anche POSTE ITALIANE (+0,8%), BANCA MEDIOLANUM (+0,9%), UNIPOLSAI (+1,2%) ed UNIPOL (+1,1%) tra i finanziari mentre fra le utilities perdono ancora terreno ENEL (-1,5%) ed ITALGAS (-1,2%).
In fondo al listino scivolano STM (-1,6%) e YNAP (-1,8%). Ancora in rosso anche l’automotive dopo il taglio di ieri delle stime di vendita in Usa da parte di General Motors e le indiscrezioni sulla volontà della Germania di chiedere un aggiornamento dei software ai motori diesel di 12 milioni di veicoli. In calo BREMBO (-0,8%), FCA (-0,9%) e FERRARI (-1%).