La partenza negativa di Wall Street, e in particolare del Nasdaq (-0,7%), affossa i listini europei, che poco prima delle 16:00 scambiano tutti in pesante ribasso. Il Ftse Mib arretra dell’1,2% a circa 20.790 mila punti, in rosso come il Cac 40 di Parigi (-1,5%), il Dax di Francoforte (-1,2%), l’Ibex 35 di Madrid (-1%) ed il Ftse 100 di Londra (-0,4%).
Sul fronte macro, in Europa sono stati diffusi i dati preliminari di giugno sui prezzi al consumo in Germania, che hanno battuto le attese degli analisti crescendo dello 0,2% su base mensile e dell’1,6% rispetto ad un anno prima.
Oltreoceano è stata pubblicata, invece, la lettura finale sul Pil americano del primo trimestre, in crescita dell’1,4% rispetto all’1,2% del consensus. Sono state rese note, inoltre, le richieste settimanali di disoccupazione, in lieve aumento a 244 mila unità rispetto alle 240 mila della settimana precedente.
Tra le valute, l’euro resta in prossimità dei massimi di oltre un anno sia sul dollaro (EUR/USD a 1,141) sia sullo yen (EUR/JPY a 128,6), ancora sostenuto dalle parole di Draghi di martedì, malgrado le rassicurazioni della Bce sul mantenimento della politica monetaria accomodante. In rialzo anche la sterlina a 1,299 sul dollaro ed il cambio USD/JPY sui massimi intraday a 112,7 dopo il dato positivo sul Pil Usa.
Ben intonato anche il petrolio fra le materie prime, con Wti e Brent in rialzo dello 0,8-0,9% rispettivamente a 45,1 ed a 47,9 dollari al barile, beneficiando ancora dei dati complessivamente positivi sulle scorte americane pubblicati ieri dall’Eia.
Sull’obbligazionario continua l’ascesa dei rendimenti dei governativi, con gli investitori che sembrano scommettere su un imminente svolta restrittiva delle politiche monetarie delle banche centrali. Il rendimento del decennale italiano risale di ben 11 basis point al 2,13% mentre lo spread Btp-Bund si porta in area 169 punti base.
A Piazza Affari le banche continuano a sovra-performare il mercato, agevolate in parte dalla risalita dei tassi ed in parte dagli esiti positivi degli stress test sugli istituti di credito americani.
Tra queste spicca BANCO BPM (+4,4%), che registra anche la nota positiva sul titolo rilasciata da Banca Imi, la quale pone un target price di 3,8 euro contro un target price medio calcolato da Bloomberg di 3,23 euro. Intanto, Calzedonia ha rafforzato la propria partecipazione nell’istituto milanese, comprando 1,1 milioni di azioni per un controvalore totale di 2,99 milioni, anche in vista della possibile formazione di un nocciolo duro di azionisti significativi.
In evidenza anche UBI (+3,1%), grazie anche all’ottimo risultato della ricapitalizzazione, conclusosi con il 99,31% delle sottoscrizioni. Acquisti pure su BPER (+1,2%), che nel frattempo ha ricevuto dalla Commissione Europea l’ok all’acquisto di Cariferrara, il cui closing dovrebbe concretizzarsi entro domani 30 giugno.
Continuano a soffrire invece le utilities, penalizzate anche dal nuovo rialzo dei rendimenti obbligazionari, con ENEL ed A2A a -2%, SNAM a -2,8% e TERNA a -2,7 per cento.
Vendite anche sul comparto auto con FCA a -3,8%, FERRARI a -2,7%, CNH a -3% e BREMBO -2,5 per cento. In ribasso pure EXOR a -2,5%, in linea con gli altri titoli della galassia Agnelli, oltre a FERRAGAMO (-2,9%) e RECORDATI (-2,3%).