Il Ftse Mib chiude con un rosso dell’1,6%, in linea con le principali borse continentali, accentuando le perdite in concomitanza con l’apertura incolore di Wall Street, a sua volta appesantita dai titoli tecnologici. Il listino è stato frenato anche dalle vendite sul comparto delle utilities.
Il listino principale è stato frenato anche dal passo indietro nell’ultima parte di seduta per il comparto bancario, il cui indice termina a -1% e sostanzialmente allineato dell’indice europeo (-0,6%). Il settore, dopo essere stato in positivo per gran parte della giornata, è stato frenato dallo scatto delle prese di profitto. Il tutto dopo i rialzi degli ultimi giorni a seguito della risoluzione della crisi di Veneto Banca e Popolare Vicenza.
E le parziali prese di beneficio condizionano nel finale Intesa Sanpaolo (-1,4%), che negli ultimi tre giorni era scattata di oltre il 7% in scia all’acquisto di alcune attività e passività delle banche venete a condizioni estremamente favorevoli. Operazione giudicata molto positiva da diversi operatori di mercato.
Parziali realizzi anche su Unicredit (-1,7%) dopo il balzo di oltre il 4% registrato nella seduta precedente.
Molto bene Banco Bpm con uno scatto del 3,4% beneficiando anche di una nota positiva di Banca Imi sul titolo. L’affidabilità del titolo è testimoniato anche dal rafforzamento della partecipazione nella banca del Gruppo tessile Calzedonia, anche in vista della possibile formazione di uno zoccolo duro di azionisti.
Ancora acquisti su Ubi (+2,4%) trainato dall’ottimo risultato dell’aumento di capitale, chiusosi con il 99,31% delle adesioni, le quali hanno permesso di raccogliere 397,2 milioni sui 400 richiesti al mercato. A contribuire alla performance anche l’innalzamento del target price da 3,5 a 4 euro da parte di Deutsche Bank, che ha mantenuto il giudizio ‘hold’.
Rallenta in prossimità della chiusura Bper (-0,5%) dopo essere stata in rialzo per gran parte della seduta grazie anche all’ottenimento del via libera da parte della Commissione Europea all’acquisto di Cariferrara, che dovrebbe chiudersi oggi. Il dossier su Arca, che vede coinvolta anche Popolare Sondrio (-1,7%), invece, potrebbe subire un rallentamento alla luce di quanto successo alle banche venete, detentrici del 40 per cento.
Tra le Small Cap forti acquisti su Creval (+5,2%) che consentono al titolo di recuperare tutte le perdite riportate da inizio 2017, grazie anche all’imminente cessione del pacchetto da 1,5 miliardi di npl, probabilmente ad un prezzo migliore rispetto a quello atteso.
Carige, invece, continua il recupero, chiudendo con un progresso del 3,5% dopo il +2,2% di mercoledì. Recupero attribuibile anche ai passi avanti che si stanno compiendo nel realizzare la cartolarizzazione dei 938 milioni di npl ed alla possibile cessione di alcuni asset per reperire liquidità. Il tutto in attesa di ulteriori dettagli sull’entità del fabbisogno di capitale.